Con un po’ di fortuna, prendendo in mano un romanzo di un autore sconosciuto, ci si può imbattere in personaggi la cui voce e il cui carisma creano immediatamente nella nostra mente una immagine precisa, una identità definita: così è ad esempio per Francis “Frank” J. Underwood, Lisbeth Salander, o il Professore della Casa di Carta. Così è anche per Erasmus Levine, protagonista de L’uomo con la valigia di Mattias Berg.
Erasmus è uno degli agenti supersegreti che accompagnano il Presidente degli Stati Uniti nei suoi viaggi all’estero: il profilo ufficiale di Erasmus è quello di professore di filosofia, ma la realtà e che Erasmus è il carrier del nuclear football, ovvero la valigetta nera con i codici di lancio dei missili nucleari.
Un compito gravoso, davvero troppo per un uomo dalla doppia vita e dai grandi dubbi filosofici. L’unico che sembra in grado di capirlo è il misterioso Alpha, con il quale da anni scambia messaggi cifrati, e con il quale elabora una via di fuga.
Quando il complesso piano si realizza durante una visita in Svezia, Erasmus si trova coinvolto in un’azione che mira ad annientare l’arsenale nucleare mondiale. Ma è davvero questo l’obiettivo? O c’è invece chi manovra per provocare un’apocalisse controllata? Ed Erasmus, da che parte sta?
Una guerra nucleare scatenata attivando i codici di lancio missilistico è uno dei grandi classici della cinematografia e della letteratura spionistica: dal raffinato Dottor Stranamore passando per i vari 007 o ai cafonissimi (e deliziosi) thriller d’azione con Gerald Butler, la minaccia della distruzione globale è qualcosa che spesso cinema e letteratura hanno affrontato, una delle grandi angosce delle società moderne giustificata da una corsa agli armamenti mai realmente cessata.
In questo romanzo complesso, quasi una inchiesta giornalistica di alto livello all’interno di una struttura narrativa di spy story di classe, e attraverso un personaggio carismatico come Erasmus, Mattias Berg ci propone vari piani di lettura: c’è l’aspetto geopolitico, con gli i delicati equilibri che si reggono su reciproche paure, con un racconto che sapientemente mescola finzione e realtà in un gioco di specchi e di rimandi che ci fa viaggiare tra Svezia, Belgio e Italia. C’è il tema della manipolazione – delle masse e degli individui – e della follia del potere. C’è poi il tema della scienza e della su ipotetica neutralità: questa è sicuramente una delle parti più interessanti anche dal punto di vista storico, raccontata attraverso le figure di alcuni fra i più importanti fisici nucleari e teorici (Einstein, Curie, Oppenheimer, e in particolare la figura di Lise Meitner, la “madre della bomba atomica”), e dei tormenti umani che li travolsero di fronte all’uso delle loro – comunque straordinarie – scoperte.
Tutto questo e la poderosità del romanzo non devono scoraggiare però la lettura: L’uomo con la valigia è un ottimo “thriller filosofico” che si regge su una trama serrata, piena d’azione, e su un personaggio carismatico come Erasmus Levine: quando lo incontriamo, Erasmus è pronto per attuare il piano di fuga (Noi contro il mondo) ideato da Alpha. Nel prosieguo del romanzo capiremo come quel ragazzo un po’ schivo e appassionato di questioni filosofiche sia diventato un agente segreto d’élite, abbia affrontato varie operazioni di modificazione facciale, condotto una doppia vita e sia diventato in qualche modo un cavaliere dell’Apocalisse. La voce di Erasmus Levine ci arriva incisiva, potente, permeata da una vaga ironia, grazie anche a un lavoro di traduzione accurato a cura di Valeria Raimondi, particolarmente prezioso in un romanzo così strutturato.
L’uomo con la valigia non è forse un romanzo per tutti, non è sicuramente una lettura di mera evasione, ma è sicuramente un romanzo pieno di stimoli e appassionante che non dimentica l’obiettivo principale di ogni romanzo: quello, in primo luogo, di raccontare una bella storia. Mattias Berg è un noto giornalista culturale svedese, con numerose importanti collaborazioni. Dopo essersi dedicato alla saggistica, per affrontare i temi di attualità che gli sono sempre stati a cuore ha scelto la narrativa. L’uomo con la valigia è il suo primo romanzo.
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