Arriva anche da noi uno dei più importanti autori giapponesi degli ultimi tempi, Shūichi Yoshida, il cui L’uomo che voleva uccidermi ne segna il debutto per Feltrinelli nella collana I narratori.
L’uomo che voleva uccidermi è uscito in originale nel 2007con il titolo di Akunin, vincendo due premi importanti quali l’Osaragi Jiro Prize e il Mainichi Publishing Culture Award.
Successivamente il romanzo è stato tradotto anche in inglese con il titolo di Villain (2017) e ora arriva a noi per la traduzione di G. M. Follaco.
Come varie altre opere di Shūichi Yoshida, anche L’uomo che voleva uccidermi è stato trasposto su grande schermo: il film Villain è arrivato nei cinema nel 2010 per la regia di Lee Sang-il, vincendo ben cinque Japan Academy Prize.
Si tratta insomma di un crime-noir che giunge in Italia con grandi credenziali e ottimi riscontri di pubblico e critica, siamo molto curiosi di capire che tipo di riscontro otterrà.
L’uomo che voleva uccidermi narra di temi tanto importanti quanto attuali, quali la solitudine, le differenze di classe, la disgregazione dei rapporti sociali e l’importanza dello status: cerchiamo di scoprire qualche elemento della trama.
Durante una sera di novembre tanto fredda quanto buia, Ishibashi Yoshino si reca al parco di Hakata, nella cittadina di Fukouka, dopo aver salutato le sue amiche. Ishibashi Yoshino sta andando al parco per incontrare il suo ragazzo, ma le tenebre l’avvolgono e un fato tremendo sembra aspettarla nel buio.
Il giorno dopo, nelle prime ore del mattino, il cadavere della ragazza viene rinvenuto ben distante dal luogo dove aveva appuntamento: il corpo giace infatti nelle vicinanze del valico di Mitsuse, un luogo impervio che non era nei piani della giovane.
Le autorità inizialmente non sanno che pesci pigliare: chi è l’uomo che Yoshino doveva incontrare nel parco? Si tratta della stessa persona che l’ha uccisa? Come mai ci sono grandi discrepanze fra quel che sanno amici e familiari della vittima e quel che si apprende dalla cronologia delle chiamate e dai messaggi presenti sul suo cellulare? Chi è l’assassino di Yoshino e, dato altrettanto importante, potrebbe voler colpire ancora?
Come molti dei migliori noir di cui vi parliamo in queste pagine, anche L’uomo che voleva uccidermi offre al piacere dato dal seguire la trama ed emozionarsi con i suoi colpi di scena anche il valore aggiunto della presenza di vari sottotesti e possibili chiavi di lettura, tutti piuttosto critici con la società giapponese.
Sotto la patina dell’efficienza e di una nazione produttiva priva di grandi problemi, serpeggia un profondo disagio sociale fatto di relazioni difficili da mantenere, dell’assoluta esigenza di mantenere un’apparenza rispettabile e dell’impossibilità di vivere amori profondi.
Ti è piaciuto l'articolo? Iscriviti alla newsletter
Inserisci la tua email e riceverai comodamente tutti i nostri aggiornamenti con le novità, le anticipazioni e molto altro.