Oggi su ThrillerCafé recensiamo Madreferro, secondo romanzo di Laura Liberale (che se non conoscete potete scoprire con quest’intervista di Liberidiscrivere) dopo Tanatoparty, edito da Perdisa Pop.
Titolo: Madreferro
Autore: Laura Liberale
Editore: Edizioni Perdisa Pop
Anno: 2012
Dopo aver perso entrambi i genitori, una giovane studiosa torna al suo paese d’origine, nella campagna piemontese, con l’unico scopo di ritirarsi a scrivere indisturbata. Al suo arrivo scopre però che il luogo in cui è cresciuta nasconde qualcosa d’impensabile: racconti, ricordi e documenti di una storia misteriosa, tasselli da ricomporre per dare forma a un mosaico di episodi legati a rituali antichi, qualcosa di oscuro che riguarda in particolare le donne della sua famiglia.
Madreferro non è una recensione facile.
Parliamo di lettura bella, colta, raffinata, viva, piacevole e complessa, intrisa di mistero e originalità, che alla sua fine lascia una notevole quantità di spunti meritevoli di approfondimento.
In poco più di centoquaranta pagine hanno convissuto fra loro, la catabasi dei rituali magici di purificazione d’oltretomba, con il ctonio di una terra misteriosa indissolubilmente legata alla sacralità di una natura divina madre, misteriosa ed esoterica.
Hanno convissuto con semplicità, la xenofobia non razzista dell’intolleranza e la discriminazione sinofobiaca, con la mitopoiesi del culto della Magna Mater. Madreferro è, infatti, intriso della cultura matriarcale che domina sugli usi e costumi della civiltà, asservendo la cultura, e anche la religione stessa, all’archetipo femminile della Grande Madre, distruttiva e megera che richiede il sacrificio umano per tornare ad essere quella feconda di messi e di vita.
Madreferro è un racconto affascinante, irrazionale e ricco d’immagini, dove la memoria torna all’infanzia nell’inconscia ricerca delle radici familiari di un matriarcato autorevole che reclama con forza e devozione, la sua appartenenza.
In questo lungo racconto di Laura Liberale la memoria insegue la fantasia, la realtà cerca l’immaginazione, e tutto è debitamente cosparso di percezioni illusorie e demoni familiari.
La vita e la morte si rincorrono, fondono, coesistono in una comunione dominata da sole figure femminili ambivalenti, buone e cattive al tempo stesso. Un vero e proprio forte matriarcato che relega l’uomo a pertinenza priva di valore.
Altro fattore collante dell’opera di Laura Liberale è il destino che permea ineluttabile fino al compimento, il dramma personale della protagonista all’interno della Saga familiare minima nel suo ossimoro, nella condivisione del nostro mondo da parte dei morti; dei nostri morti che ci aiutano ritrovando, forse, se stessi all’interno di una ricostruzione di un “Io” recuperato dall’antica memoria.
La scrittura di Laura Liberale, al suo secondo romanzo dopo Tanatoparty, è matura, lirica, ricercata e scrupolosa. In una sola parola: “Perfetta.”
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