Tornano Greta e Marlon, la coppia investigativa più noir della giungla gialla Mursia e stavolta siamo nel 1965, sempre a Milano e non è un anno a caso: concerto dei Beatles, Mary Quant e i giovani che diventano protagonisti.
La protagonista è una sarta italo americana che, dopo il successo ottenuto negli Stati Uniti, decide di aprirsi al mercato italiano ma, dopo la sfilata inaugurale, soccombe ad una furia misteriosa e resta uccisa. A venir accusata del brutale omicidio, la sua mannequin principale, con cui ha non poche ruggini.
Questo romanzo è molto particolare e farà impazzire i fan dei Beatles – perché ogni capitolo inizia coi versi delle loro canzoni, e sono scelti in modo congruente alla trama (zampino di Giorgio).
Anche le cognizioni della moda dell’epoca, ottenute attraverso una scrupolosa analisi dei testi a firma di una Brin o una Cederna, rende conto della doppia rivoluzione di quegli anni, non solo con l’introduzione dei tessuti sintetici, ma soprattutto con l’invenzione della moda c.d. di strada che ha sdoganato il ben vestire e l’ha portato fuori dal cerchio magico della haute couture e delle modiste per classi elitarie (zampino di Erica).
Come narrazione sotto traccia, i nostri autori scelgono un momento storico poco noto, ossia la guerra di Grecia, di cui offrono scorci e spunti inediti, o comunque non appannaggio di tutti.
Spigolatura psicologica: questa storia ha il pregio di aprire qualche varco sulla situazione delle carceri femminili di quegli anni, quando le celle erano popolate da adultere e prostitute, guardate a vista non dalla penitenziaria, ma da suore col compito ufficiale di umiliarle e farle pentire. Il contrappasso tra questa condizione infima e la bellezza e il glam della passerella pare annullare la personalità della carcerata, e porta Greta, per la prima volta nella sua carriera professionale, ad empatizzare a tal punto da perdere lucidità di giudizio. Per fortuna c’è sempre marlon.
Sotto il vestito, quindi, ma con Arosio e Maimone la frase si conclude non con la parola “niente”, come nel titolo della famosa pellicola, bensì con “un mistero”. Rivedeteveli qui, se vi va.
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