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Il giallo storico è un genere complesso, forse uno dei più complessi, perché fantasia e della creatività degli scrittori non possono prescindere da studi e ricerche approfondite, per far sì che invenzione e dettagli reali coesistano e non deteriorino quella sospensione dell’incredulità che il lettore concede magnanimamente. Atmosfere e location del passato giocano dei ruoli chiave, o a farlo sono personaggi che hanno fatto parte della storia dell’umanità intera. Elementi che possono dar forza a uno scritto oppure renderlo scricchiolante, goffo o involontariamente caricaturale. Quando un autore si cimenta quindi col giallo storico, che a questo grado di complessità aggiunge quella intrinseca della detective story, di certo all’autore bisogna riconoscere coraggio prima ancora che bravura. Certe volte però non c’è modo di tributargli questo plauso, perché di lui non si sa nulla, e questo è proprio il caso di Giulio C. Valcossi, nom de plume dall’identità sconosciuta e autore del libro “Mecenate e il maestro della paura”.
Chi sia Giulio C. Valcossi non lo sappiamo, dunque, ma lui si dichiara già autore di volumi di filologia e letteratura, amante della storia e di fatti e personaggi poco conosciuti. Rientra tra questi Mecenate? Probabilmente sì poiché, benché uomo molto importante per Augusto, di lui si sa piuttosto poco. D’altronde il suo ruolo era quello di manovratore nell’ombra per permettere al suo capo di arrivare al potere. Un ruolo in cui è bene non farsi troppa pubblicità ed è normale quindi che non ci siano arrivate poi chissà quali notizie su di lui.
Su questa figura misteriosa, il parimenti misterioso Giulio C. Valcossi ha ritagliato un giallo, cercando di intrecciare il reale con la fantasia, le notizie storiche documentate con la creatività. Il personaggio che descrive in “Mecenate e il maestro della paura” è un uomo determinato, che sa giocare bene le sue carte, che sa sfruttare eventi e persone a suo procedimento, ma è anche un uomo debole e complesso, di quei personaggi che spesso possono piacere. Se piacerà anche a voi non possiamo saperlo, ma se siete amanti della romanità, del giallo e di figure poco note che hanno lasciato tracce nebulose nella Storia, probabilmente il mix di questo romanzo rientrerà nei vostri gusti.
Vi lasciamo col dettaglio della trama
Roma, settembre 12 a. C. Augusto, padrone di Roma dal 31 a. C., è da poco diventato anche Pontefice massimo. Ha saldamente in mano tutto il potere, ma è rimasto solo: Marco Vipsanio Agrippa, fedele amico e genero, è morto da pochi mesi; Gaio Cilnio Mecenate, il più ascoltato consigliere politico, si è ritirato a vita privata. Misteriosi omicidi ed eventi apparentemente prodigiosi sconvolgono Roma e minacciano il sistema istituzionale che Augusto e i suoi collaboratori hanno tanto faticosamente costruito. Mecenate è chiamato dal Principe a indagare in via riservata, muovendosi, da profondo conoscitore della natura umana, in una Roma nella quale la simulazione e la dissimulazione sono armi politiche affilatissime. Aiutato dal suo medico personale, il greco Ermocrate di Alessandria, e dal centurione Quinto Publicio Clemente, deve trovare il modo di sventare un complotto internazionale e di sopravvivere agli intrighi che qualcuno trama, anche nella casa di Augusto.
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