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Oggi al Thriller Café presentiamo “Mille Motivi per un Assassinio“, opera di Alferio Spagnuolo che ci porta nei magici e tormentati vicoli di Napoli.
Siamo nel quartiere di Montecalvario, dove la tranquilla esistenza del dottor Lorusso, un rispettato medico, viene sconvolta da una serie di inspiegabili avvenimenti. I suoi due figliastri scompaiono misteriosamente e la giovane governante di colore mostra un comportamento incomprensibile.
A condurre le indagini è il commissario Giulio Salvati, che deve affrontare non solo la complessità del caso ma anche le sue personali lotte interiori. Mentre la mancanza di indizi fa vacillare gli ispettori Gegè De Angelis e Nadia Morelli, solitamente brillanti, e le investigazioni sembrano non portare a niente di concreto, Salvati può ricorrere solo alla sua grande capacità di interpretare l’animo umano. E così porterà alla luce una verità sepolta da tempo.
Questa in sintesi la trama del nuovo romanzo di Spagnuolo; se ne volete un assaggio ecco a seguire degli estratti.
Estratti
Anahita Giama lavorava come governante del dottor Lorusso da ormai due anni. Sapeva bene che quando lui non era in casa, di solito, era fuori città dalla sua compagna: Lidia Argo. Salì le scale con un’agilità sorprendente ed entrò nell’appartamento senza fare rumore. Quella mattina non aveva alcun desiderio di incrociare qualcuno, tanto meno Anna e Riccardo. Per questo si recò diretta verso la piccola cucina, percorrendo il corridoio posteriore attenta a non farsi notare. Sistemò la consistente spesa nei diversi cassetti già stracolmi. Quando udì dei rumori in casa, capì che dovevano essere quei due. Maledizione…Avrebbe desiderato ascoltare dall’inizio ciò che stavano farfugliando quegli incapaci! Anahita distorse le labbra in una smorfia che simulava stupore. Rimase ancora nascosta per qualche secondo dietro l’angolo del muretto che separava le camere da letto dal salotto, poi attraversò quest’ultimo con passi leggeri e si diresse verso la porta d’ingresso. I due fratelli erano andati via. Si recò allora nello studio del dottore e notò che la tenda che nascondeva la cassaforte non era stata chiusa. Si avvicinò per sistemarla quando il suo sguardo si posò su due punti scuri che macchiavano il parquet. Si accovacciò osservando più da vicino il pavimento. Stava per toccarli quando ritirò improvvisamente la mano, come se avesse visto una tarantola. Si alzò e con un colpo secco e deciso aprì la tenda che nascondeva la cassaforte. Con i suoi occhi scuri scrutò con attenzione il bordo dello sportello blindato e notò una sottile striscia color porpora proprio sopra l’angolo della spessa porta in acciaio. Anahita ricordò le parole appena pronunciate da Anna e Riccardo e concluse che la scia rossa fosse con tutta probabilità un segno del sangue del dottor Lorusso. Ma fino a che punto si erano spinti? L’avevano ucciso davvero? Anahita si accomodò sulla poltrona accanto a un piccolo tavolino di cristallo sul quale era stato adagiato un vaso d’argento colmo di sgargianti fiori finti. Gli occhi della ragazza osservavano pensierosi qualcosa al di là del vetro della finestra.
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La vittima era stata legata sulla sedia e una vernice dorata la ricopriva quasi del tutto, tranne la testa e il collo. In tal modo, il taglio netto alla gola risultava ancora più inquietante, così come i nodi che sostenevano il suo corpo ormai inerme. Era vestita e sedeva rigida, come stesse fissando con sguardo vacuo qualcosa in lontananza. La sedia era collocata in angolo nascosto dell’abitazione, quasi si fosse voluto riempire lo spazio vuoto tra la cucina e il salottino. I tre vani del piccolo appartamento erano arredati con mobili economici e l’assenza di oggetti personali trasmetteva una sensazione di precarietà. Giulio Salvati osservò più da vicino il viso della donna, le abbassò le palpebre che ricoprivano i dolci occhi scuri e, dopo aver quasi accarezzato col dito fasciato dal guanto in lattice la pelle scura della giovane, bofonchiò. “Spray, veloce ed efficace. I documenti riconducono a Izabel Keller. Invece è una nostra vecchia conoscenza” continuò osservando Bruna. Si volse verso Nadia Morelli: “Anahita! Come mai era qui a Napoli?” Salvati sgranò gli occhi. Rino Merolla entrò nella stanza: “Commissario, Nadia, venite di là.” Entrarono nella minuscola camera da letto, una linea di sangue correva lungo la parete color crema.
“Deve essere stata uccisa qui” confermò Bruna. “Un taglio netto. L’assassino probabilmente le era alle spalle, per non macchiarsi” spiegò. Nadia si avvicinò alla parete osservando attentamente il sangue, quasi affascinata. “Un getto forte, senza alcun ostacolo tra la donna e l’intonaco. Ma perché l’assassino ha predisposto quella orribile messa in scena?” “Oro” suggerì Giulio Salvati. “Perché?” “Commissario, le mostro quella che potrebbe essere la ragione” disse Merolla, consultando il suo smartphone. “Guardi le foto! Una è quella in nostro possesso per il caso del dottor Lorusso, l’altra appartiene a una certa Izabel Keller, amministratrice unica di una fa mosa società di software in Germania.” “Sono la stessa persona” disse perplesso Salvati. “È riuscita a ingannare il dottor Lorusso, sottrargli il patrimonio e cambiare completamente vita.” Nadia salutò Del Prete, il medico legale, che, indossati i guanti in dotazione, iniziò a tagliare la corda che stringeva le gambe del cadavere. Salvati si spostò nella stanza adiacente, accomodandosi sul letto. In un angolo dietro la porta della camera notò un oggetto chiaro. Si chinò e, indossando nuovamente i guanti, afferrò un piccolo contenitore spray.
Alferio Spagnuolo
Nato a Napoli nel 1963, Alferio Spagnuolo è laureato in Giurisprudenza e ha esordito nel mondo della letteratura nel 1987 con il romanzo “Nucleo impenetrabile”, scritto a quattro mani con suo padre, il poeta Antonio Spagnuolo. Da allora, Spagnuolo ha pubblicato numerosi gialli e racconti noir, esplorando spesso le sfaccettature oscure della vita napoletana. Tra essi spiccano le indagini del commissario Giulio Salvati, che prima di “Mille motivi per un assassino” includono “Soave, innocente filastrocca di morte” (2018) e “Il sentiero delle metamorfosi“ (2021).
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