Presentiamo oggi al Thriller Café il nuovo romanzo di Marco Bertoli, autore che già abbiamo avuto modo di apprezzare in entrambe le edizioni del nostro concorso letterario per racconti gialli e thriller.
Il titolo dell’opera è Morte a Pilakopi e la trama è la seguente.
Daidalon, un nome che suscita ovunque ammirazione. Daidalon, l’inventore e artista più grande del suo tempo. Daidalon, un uomo tormentato dai demoni dell’ambizione e dell’invidia. Daidalon l’assassino! Costretto a scappare da Atene per sottrarsi alle accuse di omicidio della sorella e del nipote, colui che sarà l’architetto del Labirinto salpa per la lontana Creta. Il Fato, però, lo attende sull’isola di Pilakopi, dove dovrà indossare le vesti dell’investigatore per risolvere un delitto di cui è sospettato. Un giallo in cui si fondono i personaggi del mito e la realtà storica della civiltà micenea. Una riflessione sul dramma che opprime l’umanità: l’essere artefici del proprio destino e al contempo schiavi della sorte.
Estratto
Che tu sia maledetto, Ataturo! Che la tua anima vaghi senza pace, ululando in eterno nelle lande dei trapassati! Non ti fossi offerto come vittima al tridente di Posedawone, oggi la tua progenie calpesterebbe le strade di Atanai e io non avrei patito le sofferenze di padre che la morte ti ha risparmiato.
Eppure, quel giorno di tardo autunno i presagi erano stati sfavorevoli, al punto che lo ijerewo ti aveva scongiurato di non abbandonare la sicurezza del porto, di non salpare sfidando la collera dello ‘Scuotitore della terra’.
“A Paroikia aspettano queste merci con urgenza. Non possiamo rimandare: tra poco inizierà la stagione in cui sarà impossibile navigare”, avevi ribadito con l’ostinazione che ti contraddistingueva sin dall’infanzia. Così avevi spiegato la vela incontro a nuvole nere come la pece, la prua dall’emblema di pesce puntata in direzione di un’isola a cui non approdasti mai.
Chissà se hai avuto il tempo di pentirti della tua scelta, quando il dio scatenò la sua furia contro l’imbarcazione. Quando tra schianti di legname e urla di terrore, fosti gettato tra le onde del mare in tempesta. Quando una cascata d’acqua ti riempì il naso e la bocca, affogandoti con il suo vomitevole sapore di sale.
A chi rivolgesti il tuo ultimo pensiero mentre precipitavi nel ventre dell’abisso? A Polikasta, ritta sul molo, che ti augurava un buon viaggio trattenendo il pianto? A Talos, stretto alla madre, che sventolava la piccola mano per salutarti?
“Bisogna accettare con umiltà il volere dei Superni”, recitò la ijereja a una vedova e a un orfano accasciati ai piedi dell’altare della Diwija. “Gli dei agiscono sempre per il nostro bene.”
No! Non fu la volontà degli dei, né il Fato. La colpa è solo tua, Ataturo. Con la tua dissennata caparbietà hai forgiato il primo anello della catena di eventi che ha imprigionato tutti noi e segnato persino la vita di chi non era ancora nato.
L’autore
Marco Bertoli è geologo. Sposato con Anna, ha due figlie adulte e indipendenti. Lavora come tecnico analista presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa.
Ha pubblicato numerosi romanzi e racconti spaziando tra generi. L’esordio è nel 2012 con La Signora che vedeva i morti, giallo ucronico, cui sono seguite numerose altre opere giallo, fantasy, horror. Da segnalare gli ottimi piazzamenti in premi di genere con racconti presenti in oltre duecento antologie; in particolare menzioniamo con Baionetta, arrivato finalista alla 44ª edizione del “Gran Giallo Città di Cattolica” e Delitto nella casa da tè che ha vinto la 9ª edizione del concorso “Carabinieri in Giallo” ed è stato pubblicato ne I Classici de Il Giallo Mondadori n° 1386.
Suoi racconti sono presenti anche nelle antologia curate da Thriller Café, “Delitti al Thriller Café”, vol. I e II.
Ti è piaciuto l'articolo? Iscriviti alla newsletter
Inserisci la tua email e riceverai comodamente tutti i nostri aggiornamenti con le novità, le anticipazioni e molto altro.