Sophia J. Bennett è una scrittrice britannica di letteratura per bambini e di gialli. Vive a Londra e ha conseguito un dottorato in Letteratura Italiana a Cambridge. Da grande appassionata della monarchia britannica non stupisce che le sue opere mistery abbiano come protagonista la regina Elisabetta.
“Morte tra i diamanti” è il quarto romanzo della serie dove sua maestà indaga. I titoli precedenti sono “Il nodo Windsor” (2021), “Un problema da tre cani” (2022) e “Un omicidio molto reale” (2023). Sono tutte opere che si possono leggere da sole, la comprensione è perfetta anche per chi dovesse partire con “Morte tra i diamanti” (2024). Certo non mi stupirei se poi si volessero recuperare i libri precedenti, perché il modo in cui è resa la regina risulta carismatico, senza dimenticare il caso giallo che è curioso, intrigante e ricco di sorprese.
In “Morte tra i diamanti” siamo nel 1957 e troviamo la giovane coppia reale inglese, con una Elisabetta trentenne, in viaggio di rappresentanza a Parigi. Una visita ufficiale dove non tutto va come deve. Piccoli inconvenienti e uno sguardo oscuro, fanno pensare a un qualche tipo di sabotaggio in atto, facendo drizzare le antenne alla sovrana. Tornata a casa, con già il pensiero a chi le sta facendo dei dispetti fastidiosi e col dubbio su cosa ci sia dietro, Elisabetta si trova tra capo e collo un doppio delitto in una via attenzionata e con risvolti potenzialmente esplosivi: una coppia, probabilmente una prostituta e il suo cliente, trovata morta nella villetta londinese affittata dal decano di Bath. Lui sembra straniero, con le mani in giri loschi, lei, una bellezza composta sul letto e con un prezioso diadema di diamanti sulla testa. La dinamica delle morti non è chiara, figurarsi l’identità del colpevole appare impossibile.
Il romanzo possiede un ottimo ritmo ed è una miscela suggestiva tra giallo classico, spy story e storia romanzata.
Si vive il palazzo, con i tantissimi impegni, i mille uffici e i tanti uomini e donne che lavorano per il corretto funzionamento della macchina monarchica e politica. Se da un lato abbiamo un numero selezionato di personaggi e un investigatore impegnato nell’indagine di rito, dall’altro sono onnipresenti gli intrighi, le omissioni, le macchinazioni tra chi vuole qualcosa di diverso dallo status quo e i servizi segreti. Stabilire la verità è difficile e soprattutto bisogna porre attenzione a ciò che si può sapere e quello che invece sarebbe meglio ignorare. Piccoli dettagli che fanno la differenza tra volere e dovere e anche tra tranquillità famigliare e il ruolo davanti alla nazione.
Spicca, come è giusto che sia visto che ne è la protagonista, la figura di Elisabetta. Si può solo apprezzare come la regina che tutti abbiamo conosciuto, sia trasportata nelle pagine, come eroina di un libro. La Bennett ne rende riconoscibile il carattere deciso, l’impegno indefesso verso il suo dovere e la nazione, la sicurezza di sapere cosa ci si aspetta da lei, la pazienza e la compostezza. Ma la rende anche una donna, tratteggiandone momenti dove ha dubbi, si sente inadeguata, scopre con sorpresa che alcune sue azioni o modi di fare possono risultare incompresi, se non freddi e distanti, al popolo. Elisabetta è un capo di stato, ma leggendola anche come moglie, madre, figlia e sorella, la sentiamo vicina, una persona che possiamo comprendere, non solo ammirare e ricordare da lontano.
L’autrice inserisce parti storiche in una narrazione di fantasia, facendo apparire tutto vero, dando alla trama dinamismo e scorrevolezza. “Morte tra i diamanti” parla di un mondo in evoluzione, dove nuove tecnologie si affacciano e vanno utilizzate al meglio. Racconta anche della donna e del suo ruolo che mostra segni di cambiamento, un cambiamento che Elisabetta incarna. C’è la tradizione, il retaggio della recente guerra conclusa, le basi di nuove alleanze da costruire tra le nazioni e le persone.
Leggero e profondo, sorprendente e illuminante, appassionante e avvincente, “Morte tra i diamanti” pur essendo un’opera corposa si legge con piacere e interesse continui, regalando scorci non banali e perfino innovativi.
Un libro da leggere, che piacerà a molti, non solo agli estimatori del giallo.
Recensione di Tatiana Vanini.
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