Arriva anche in Italia, grazie a Einaudi, l’ultimo romanzo scritto da Denis Johnson, Mostri che ridono.
Uscito in lingua originale nel 2014 con il titolo The Laughing Monsters, viene ora pubblicato nei Supercoralli con l’ottima traduzione di Silvia Pareschi.
Mostri che ridono è con buona probabilità il titolo con maggiori speranze “commerciali” (per quanto sia possibile applicare questa etichetta alla scrittura dell’autore) nella carriera di Johnson, una spy story immersa nel cuore del continente africano con una coppia di protagonisti molto riuscita.
Denis Johnson è nato nel 1949 a Monaco di Baviera: suo padre lavorava al Dipartimento di Stato degli USA come collegamento fra USIA e CIA, spostandosi spesso, e di conseguenza anche il futuro scrittore ha avuto modo in gioventù di girare il mondo per poi stabilirsi negli USA e avendo modo di frequentare, fra l’altro, le lezioni di Raymond Carver.
Johnson esordisce come poeta a soli diciannove anni e passa la maggior parte dei suoi vent’anni dedicandosi all’alcol e alle droghe: Terminato questo periodo di esperienze comincia a farsi notare con il primo romanzo, Angeli (Angels, 1983 – Feltrinelli 1987) ma è solo con la raccolta di racconti Jesus’s Son (1992 – Einaudi, 2000) che diventa realmente famoso.
Albero di fumo (Tree of Smoke, 2007 – Mondadori 2009) si aggiudica il National Book Award e arriva in finale al Premio Pulitzer, finale che Johnson raggiunge anche con Train Dreams.
Jesus’ s Son è trasposto sul grande schermo nel 1999 con Alison MacLean alla regia e Billy Crudup nei panni del protagonista.
Pur amato dalla critica e dai colleghi scrittori, Denis Johnson non ha ancora ottenuto grandi riscontri da parte dei lettori, in particolare qui in Italia, dato che potrebbe cambiare con Mostri che ridono, definito in patria come “literary thriller”.
Roland Nair torna dopo undici anni a Freetown, in Sierra Leone, dietro richiesta di Michael Adriko, un vecchio compagno d’armi. I due sono molto diversi: Nair è capitano di un’agenzia di intelligence della Nato, con passaporto statunitense e origini danesi, mentre Adriko è nato in Uganda, è stato addestrato da militari israeliani ed è diventato un soldato di ventura che ha combattuto in diverse guerre, fra Afghanistan e Africa, per ritrovarsi ora inseguito da un vasto e vario assortimento di nemici, dai russi agli americani fino ai trafficanti d’armi.
I due sono amici e Adriko ha chiamato Nair per un motivo che sorprende il danese: il soldato sta per sposarsi con Davidia, una ragazza americana molto bella, e il terzetto intraprenderà così un viaggio nel cuore dell’Africa equatoriale, tra Sierra Leone, Congo e Uganda, fino alle sorgenti del Nilo, per arrivare nel paese natale di Adriko. Ma nulla è quello che sembra ed entrambi gli amici sono lì anche per altri motivi, alcuni più evidenti, come per esempio il commercio di uranio, altri difficili da identificare e decifrare, in un complesso gioco di scatole cinesi che si protrarrà fino alla fine.
Dice infatti Nair: “Sono tornato perché mi piace il caos. L’anarchia. La follia. Le cose che crollano.”
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- Johnson, Denis (Autore)