Dopo lo splendido “Le spose sepolte” Marilù Oliva torna in libreria, sempre per HarperCollins Italia Editore, con “Musica sull’abisso”. Lo recensiamo oggi al Thriller Café.
Alla voce adolescenza il vocabolario recita: l’età della vita umana interposta tra la fanciullezza e l’età adulta. È un periodo particolarmente problematico dell’esistenza, specie per le risonanze psicologiche del mutato rapporto tra l’adolescente e il proprio corpo. La scrittrice fa di questa definizione uno dei cardini del suo nuovo crime e affronta temi scomodi tra i quali il senso di inadeguatezza e la rilevanza dei percorsi che intraprendiamo – peculiari di questa fascia di età – insieme all’importanza della cultura e dell’istruzione che in tempi grigi come quelli che stiamo vivendo, sembrano diventati valori di scarso rilievo.
Marilù Oliva fa quindi ruotare la trama attorno al liceo Cicerone di Bologna, scuola elitaria in cui si diploma la gioventù migliore della città; ma c’è una classe del passato che ha avuto un destino infausto: uno dopo l’altro, anno dopo anno, stanno morendo tutti coloro che quindici anni prima sono stati compagni di classe. Tutti in circostanze sospette e quasi tutti lo stesso giorno, il 21 febbraio. Cosa lega questi delitti? E com’è possibile che una canzone, scritta in latino e cantata da alcuni di loro, abbia previsto con anni di anticipo in che modo sarebbero morte le vittime?
Da qui la scrittrice costruisce un mistero fitto e intricato, un congegno perfetto che incolla il lettore alle pagine e ci fa ritrovare con infinito piacere l’ispettore Micol Medici che dopo il caso delle spose sepolte da lei brillantemente risolto, ha chiesto e ottenuto il trasferimento alla Sezione Omicidi di Bologna. Investigare non si rivela affatto facile, tre delle morti sono nebulose e lontane nel tempo, di alcune non si hanno prove schiaccianti, altre portano a strade senza uscita, ma la protagonista è una donna concreta, votata al raziocinio, dotata di incredibile memoria, mente matematica, grande umanità e soprattutto capacità di intuire ciò che per gli altri non è manifesto. Le sue caratteristiche vengono esaltate da un’intensa attività onirica che non è premonitrice però le indica qualcosa, una pista, un dettaglio che la aiuta a incastrare le tessere del puzzle e a trovare la verità.
Costretta anche in questa indagine a lottare contro pregiudizi e diffidenza di alcuni uomini e colleghi nei suoi confronti e in quelli delle donne in generale, Micol – per come l’ho percepita in questo romanzo – è più consapevole e sicura di sé e si toglierà anche qualche soddisfazione!
La scrittura di Marilù Oliva è fine ed efficace, accurata nel descrivere Bologna e tutti i personaggi che animano questo thriller enigmatico e travolgente; la trama è originale e carica di suspense. Inquietanti e geniali i capitoli in corsivo in cui le vittime svelano una parte di quel che è realmente accaduto raccontandoci, al contempo, i loro pensieri, le emozioni e la consapevolezza della morte che sopraggiunge: brivido puro.
Da sempre attenta alla svalutazione delle donne che in troppi campi scontano un trattamento impari, la scrittrice ha scelto di dare visibilità a un gruppo di cantanti, alcune famosissime, altre meno (ma lo diventeranno!) tutte dotate di incredibile talento, regalandoci una tracklist che accompagna le pagine del libro: vi consiglio vivamente di ascoltarla.
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