Sono un bugiardo, lo so. Avevo detto che dopo le ferie avremmo ripreso un buon ritmo e invece dall’ultimo post sono passati un sacco di giorni. Faccio pubblica ammenda e vi posto una recensione, sperando mi perdoniate.
Titolo: Napoli-Pozzuoli Uscita 14
Autore: Patrizia Rinaldi
Editore: Dario Flaccovio
Anno di pubblicazione: 2007
ISBN: 978-88-7758-745-9
Pagine: 191
Prezzo: € 13,00
Trama in sintesi:
Il commissario Antonio Martusciello della polizia di Napoli ha la camminata tozza da “ciuccio” di paese, si nasconde spesso dietro proverbi scontati e parla un dialetto strascicato. L’ispettore Arcangelo Liguori è un raffinato, indaga i suoi casi come se fossero uno sfizio e si contrappone al commissario con gran divertimento. Entrambi saranno trasferiti a Pozzuoli perché una giovane donna è stata uccisa e sembra che il colpo sia partito dalla pistola di un poliziotto… Dall’omicidio si aprono varie piste, piene di sospetti e di trame segrete. Intenzioni diverse, punitive o conniventi, si incontrano nel tentativo di rintracciare pezzi di storie, “compari” di malefatte e persino il senso di ciò che è accaduto.
(Dalla scheda su IBS)
Ho letto il romanzo di Patrizia Rinaldi al mare. Ci ho messo solo un paio di giorni, perché il libro non è poi tanto corposo, ma anche perché la scrittura scorre veloce. Certo io sono campano e le frequenti incursioni del dialetto non mi rallentano la lettura, e forse per chi non è tanto bravo col napoletano qualche parola qua e là desterà qualche perplessità, ma non credo si tratterà di più che di qualche piccolo tentennamento: in fondo i dialoghi sono facilmente comprensibili anche dai “forestieri”, benché forse non sempre apprezzabili. A me nel complesso sono piaciuti, ma probabilmente più per il loro gusto familiare che perché verosimili e ben costruiti. Così come ben costruita non mi è parsa purtroppo neanche la storia, che si abbarbica attorno alla poco solida figura di Martusciello e non prende mai il volo. Il commissario, da parte sua, riesce sì nel compito di conquistarsi il supporto del lettore, ma rimane un personaggio incapace di restare impresso nella memoria per più di qualche giorno, tanti sono i suoi tratti poco innovativi. E così le pagine si voltano l’una dopo l’altra tra un caffè e qualche elargizione di saggezza popolare, mentre la ricerca di una soluzione al delitto – che dovrebbe animare un giallo degno di tal nome – resta quasi sullo sfondo e non registra né abbaglianti colpi di scena, né metodiche lacerazioni del velo che la cela. Quando i fatti saltano fuori per come stanno in realtà, nessuna sorpresa, soprattutto perché poche erano le aspettative createsi. Nel complesso, quindi, un volume che può andare bene per chi vuole trascorrere qualche ora a Napoli, ma che non credo soddisferà appieno gli amanti del genere. Consiglio: la Dario Flaccovio ha in catalogo opere migliori.
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