Oggi al Thriller Café vi parliamo di Nella casa dei segreti di Freida McFadden.

Dopo aver perso il precedente impiego, Millie ringrazia la sua buona stella quando viene assunta senza referenze da Douglas Garrick, un ricco specialista nel settore delle tecnologie, per tenere in ordine lo splendido attico con vista sulla città e preparare invitanti pasti in una modernissima cucina. C’è un’unica condizione: non deve interagire con Wendy, la moglie di Douglas, che è malata, risiede nella camera degli ospiti e non può essere disturbata per nessun motivo. Millie accetta ma ben presto capisce che qualcosa non va in quella casa e che non è tutto oro ciò che luccica: sente Wendy piangere e rinviene strane macchie di sangue sulle sue camicie da notte quando fa il bucato. E così un giorno non può fare a meno di bussare alla porta della stanza degli ospiti.
Quando si apre delicatamente, quello che vede all’interno cambia tutto…

Una casa. Un mistero. Tanti segreti.

Freida McFadden ci regala un thriller speciale, di quelli che ti tengono sveglio la notte pur di finirlo. Il libro si suddivide in due punti di vista, quello di Millie e quello di Wendy, andando così a creare nel lettore quella curiosità morbosa che lo lascerà con il fiato sospeso. Ho sempre pensato, e creduto, che scrivere thriller sia un’arte. Richiede un’attenzione al particolare e al dettaglio, la capacità di rimanere lucidi davanti agli spunti non realistici e, soprattutto, l’abilità di coinvolgere emotivamente chi legge. Ecco, Freida riesce in tutto questo.

La narrazione è lineare e lo stile di scrittura (privo di qualsivoglia superficialità) è magnetico, tanto da far vivere in prima persona tutte le emozioni che i personaggi scaturiscono. Ed è proprio su questo punto che voglio soffermarmi un attimo. Siamo abituati a leggere thriller dove l’azione sovrasta l’emozione. Qui è esattamente il contrario. Tutti i personaggi, e dico tutti, sono caratterizzati in maniera tale da far entrare il lettore in empatia con loro. Il pathos, la sofferenza, la paura, l’ansia e la paranoia sono tutte emozioni che vi accompagneranno nella lettura. Non è un elemento da sottovalutare perché, in questo modo, potrete veramente entrare nel vivo della narrazione.

Un altro punto a favore è dato dall’ambientazione. Da una parte ci districhiamo per le strade del Bronx, dove la protagonista si sente costantemente in pericolo, e dall’altra entriamo in una lussuosa casa che, a sua volta, nasconde un segreto molto più buio rispetto alle stradine strette del quartiere. Inutile dire come Millie, ben presto, si ritroverà a fronteggiare una situazione difficile e inaspettata.La bravura della McFadden sta nel far credere al lettore tutto ciò che, in realtà, si rivelerà un grandissimo inganno. Lei gioca con la mente di chi legge, ci trasporta in un turbine di convinzioni per poi scaraventarci contro il plot twist finale. E cosa c’è di più bello? Insomma, nel thriller vi sono alcuni elementi dai quali non si può prescindere e l’autrice li ha centrati tutti. Consiglio questo libro a tutti coloro che sono appassionati del genere ma anche a chi vi si vuole approcciare per la prima volta.

Freida McFadden

Ha una doppia vita: di giorno è un medico specializzando in neurologia, e di notte scrive thriller di successo. Vive con la sua famiglia e un gatto nero in un’antica casa a tre piani con vista sull’oceano. Con la Newton Compton ha pubblicato “Una di famiglia” e “Nella casa dei segreti”.

Recensione di Sharon Lattanzi.

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Nella casa dei segreti
  • McFadden, Freida (Autore)

Articolo protocollato da Redazione

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