Uscito a inizio 2016, recensiamo oggi Noli me tangere, romanzo di Andrea Camilleri edito da Mondadori.
Laura, moglie del noto scrittore Mattia Todini, è scomparsa: aveva detto al marito che sarebbe andata nella loro casa in campagna a trascorrere qualche giorno da sola per superare uno dei momenti di inazione totale che la colgono di tanto in tanto ma non è mai arrivata alla villa. La donna stava iniziando a scrivere il suo primo romanzo e la stampa ipotizza subito che l’improvvisa sparizione sia in realtà una trovata pubblicitaria.
Camilleri opta per un libro senza alcuna descrizione, fatto solo di dialoghi intervallati da stralci di giornale, telefonate, lettere. Uno stile che riflette l’essenza del romanzo, basata sulle voci e sulle opinioni personali divergenti che i personaggi hanno di Laura; punti di vista differenti che confondono il lettore aprendo varie piste e mettendo in discussione le nostre convinzioni: chi è davvero la moglie di Mattia, un’arrivista superficiale che ha sposato una celebrità molto più vecchia di lei per interesse o una “dilapidatrice” di se stessa, che si infatua con facilità e ingenuità di tutte le persone che incontra e si innamora di imprese utopiche anelando l’assoluto? È una cinica o una sognatrice? Degli intriganti flashback infittiscono il mistero facendo scattare la trappola che l’autore ha preparato per noi: dobbiamo continuare a leggere.
L’enigma più grande, dunque, è l’identità di Laura, che ci viene raccontata solo attraverso lo sguardo degli altri, in maniera apertamente pirandelliana: il teatro, l’attore come simbolo della personalità cangiante e della possibilità d’esser altro da sé, avrà infatti un ruolo centrale nella vicenda.
Anche le indagini sul passato della protagonista sono ambivalenti: da una parte esse sembrano mostrare che in gioventù Laura fosse molto diversa dalla mangiatrice di uomini di cui tutti ora parlano, tanto da guadagnarsi il soprannome “Noli me tangere” proprio per questa sua ritrosia nei confronti dell’altro sesso, dall’altra emergono però aneddoti che ribadiscono un carattere crudele, ad esempio nei confronti di un ex fidanzato di Livorno, per il quale in precedenza Laura aveva abbandonato una promettente carriera universitaria nel mondo della storia dell’arte.
Il tempo passa e, incredibilmente, sulla scomparsa della donna spuntano indizi in tutta Italia: Pisa, Firenze, Padova, Murano… tentativi di depistaggio, fuga volontaria o rapimento? I brevi capitoli si susseguono veloci, il meccanismo di Camilleri è leggero e fulmineo, ma inesorabile per il lettore.
Forse le versioni contrastanti non sono inconciliabili. Magari non si riesce a sovrapporle perfettamente, ma certamente possono essere accostate a formare un puzzle complicato, un dipinto realistico di una donna complessa: Laura, come tutti noi, è scissa, frantumata, accoglie diversi istinti in un coagulo che potrebbe rivelarsi autodistruttivo. Bisognerà arrivare alla fine di questo romanzo breve per scoprire la verità.
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