Nel giro di una decina d’anni Michel Bussi è diventato il secondo giallista francese per copie vendute e con Non lasciare la mia mano, pubblicato recentemente da Edizioni e/o, si appresta a vivere un 2017 perlomeno al livello dell’anno appena trascorso per quel che riguarda il mercato italiano.
Apparso nelle librerie d’oltralpe nel 2013 con il titolo originale di Ne lâche pas ma main, il volume arriva a noi grazie al successo ottenuto da Ninfee Nere e Tempo assassino, sempre con la traduzione di Alberto Bracci Testasecca.
Il fatto che in Italia i suoi romanzi non siano pubblicati secondo l’ordine cronologico corretto per una volta tanto non danneggia il piacere della lettura, visto che Michel Bussi non ha un protagonista fisso. Allo stesso modo anche l’ambientazione delle sue storie muta drasticamente di volta in volta, passando dalla Normandia di Ninfee nere alla Corsica di Tempo assassino, per arrivare infine all’isola della Réunion di Non lasciare la mia mano.
L’enorme successo di cui gode in patria, senza dimenticare il fatto che è stato tradotto in una trentina di Paesi differenti, ha costretto recentemente Michel Bussi ad abbandonare l’insegnamento per dedicarsi completamente alla scrittura: tenendo conto che questo autore viaggia alla media di un milione di copie annue, ci sembra una mossa necessaria che lo porterà a curare ancora di più i suoi già magnifici testi.
Ecco ora qualche elemento della sinossi di Non lasciare la mia mano.
Isola della Réunion, fine marzo 2013. La camera d’albergo di Liane Bellion è macchiata da vari schizzi di sangue e manca un coltello, ma della donna nessuna traccia anche se le prove fanno pensare a un omicidio. Qualcuno afferma di aver visto il marito della signora, Martial, mentre spingeva con fare sospetto un carrello fino al parcheggio ma anche in questo caso è difficile trarre qualche conclusione, visto che anche il marito è scomparso, portandosi dietro la figlia di sei anni.
Il fatto desta scalpore, anche perché è accaduto durante la settimana di Pasqua e l’isola, parte di un arcipelago nell’Oceano Indiano, è stracolma di turisti che approfittano del periodo di ferie. Ma Aja Purvi, giovane e ambiziosa comandante della brigata di gendarmeria, non intende mettere in sordina le indagini e, aiutata dal fido sottotenente Christos Konstantinov, amante dell’alcol quanto della marijuana senza che queste passioni danneggino il suo acume, la donna avvia la più grande caccia all’uomo della storia dell’isola.
Ma, sebbene circondata dal mare, La Réunion ha comunque una superficie di oltre 2500 chilometri quadrati e, fra il vulcano, i deserti di cenere e le foreste tropicali, non è certo facile scovare il fuggitivo. Man mano che prosegue la caccia viene fatta anche luce sul caso, fino a un finale che stupirà il lettore con un colpo di scena difficile da prevedere.
Intervistato a proposito dell’ambientazione scelta per questo romanzo, Michel Bussi ha dichiarato: “Nel caso di Non lasciare la mia mano mi interessava il passaggio repentino dall’aspetto paradisiaco, il più turistico, a quello selvaggio, alla giungla. E l’isola della Réunion, che già conoscevo bene, con il suo vulcano e i suoi fenomeni naturali, come la nebbia improvvisa, si prestava magnificamente, per ambientarvi in modo convincente gli inseguimenti, e per trovare i nascondigli adatti ai fuggiaschi”.
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- Bussi, Michel (Autore)