Non mi toccare - Massimo TalloneIl libro di cui parliamo oggi al Thriller Café è Non mi toccare di Massimo Tallone, edito da Edizioni del Capricorno nella intrigante collana “La metà oscura”.

Difficile anticipare la trama di questo romanzo senza incorrere in fastidiosi spoiler, ma ci proveremo comunque. Il libro si apre con lo scrittore che, in un gioco di specchi letterario, si cala nell’opera e diventa egli stesso uno dei protagonisti. O magari, al contrario, è il personaggio del libro a dare vita allo scrittore attraverso le sue parole, in un nodo gordiano che solo Escher o Borges riuscirebbero a risolvere.

In ogni caso, in una libreria della remota capitale islandese Reykjavík, Massimo Tallone incontra una donna “alta e silenziosa, con i capelli di un castano luminoso dai riflessi dorati del tè”.

Susanna, donna dal fascino elegante e misterioso, ammalia tanto il lettore quanto l’autore stesso, che intraprende con lei una temporanea “convivenza scalena”, nel corso della quale gli racconterà le sue vicissitudini. Lei, traduttrice di lingue nordiche e maestra dell’uso della parola, ha una caratteristica che la rende ancora più sfuggente: una forma di aptofobia, detesta essere toccata. “Ogni contatto, per lei, diventa un tormento che la sconvolge”, una minaccia da evitare a ogni costo.

Il romanzo si sviluppa su diverse linee temporali: in quella presente, l’autore e la protagonista conversano nelle isole Far Oer e rievocano una storia di morte e mistero che, con molteplici flashback, li riporta indietro di anni, a Torino. Scopriremo così che Susanna è l’unica superstite di una strage svoltasi in Via Catania, nella cosiddetta “casa delle mosche”, un’abitazione – realmente esistente – le cui ringhiere riproducono con le loro volute le forme di insetti e aracnidi. In pieno giorno, un sicario irrompe in uno studio di traduzione e uccide a colpi di pistola i due impiegati, proprio mentre Susanna è fortuitamente uscita per una commissione…

Prende così il via una storia nera di morte e suspence che, partendo dal Piemonte, si sviluppa in Sardegna, in un nuraghe infestato da pipistrelli, per arrivare addirittura nelle remote isole Faer Oer, catapultati in paesaggi alieni e glaciali tratteggiati con rara vividezza. Per darvene un’idea, vi “regaliamo” in anteprima una descrizione particolarmente emozionante:

il cielo era un’antologia infinita di grigi, una fioritura irrequieta di batuffoli di polvere, grumi di pece, strisce di ardesia, vapori color cenere, schiene di topi, globi gonfi simili al fumo delle locomotive a vapore, schiene di balene volanti. E io ero lì, dietro il vetro, lontano da tutto e da tutti, in un’isola verde e fredda a metà strada tra l’Islanda e la Norvegia. Con una storia di morte che stava per passare da lei a me”.

Massimo Tallone è uno scrittore prolifico. Ha all’attivo molteplici gialli di ambientazione torinese, tra i quali ricordiamo “Il diavolo ai Giardini Cavour” e le fortunate serie del Cardo, scanzonato clochard perennemente invischiato in guai tragi-comici, e di Lola, eroina ombrosa e letale che inizia le sue avventure con “Il postino di Superga”. Alla fiction, Tallone affianca anche la produzione di saggi, tra i quali ricordiamo “A bottega dal maestro di cazzeggio”, una sorta di manuale di conversazione con sottofondo enologico, e anche “Bartleby mi ha salvato la vita”, un manifesto della book terapy sull’importanza della lettura dei classici per affrontare problematiche personali.

Con Non mi toccare Tallone dimostra di sapersi muovere con scioltezza anche al di fuori dello schema ortogonale delle strade di Torino, dando vita a una narrazione che attraversa mari e confini senza perdere tensione, con una prosa raffinata e tagliente, capace di portare alla luce emozioni e riflessioni inattese e sorprendenti. Già, perché questo romanzo non è semplicemente un thriller avvincente: tra le pieghe della narrazione si nasconde una possibilità ulteriore, un sottotesto che ci dà l’opportunità di indagare i meccanismi della scrittura, un’immagine dell’immagine, per dirla con Platone, che non si limita a riprodurre il mondo reale, ma talvolta lo crea e lo plasma secondo le sue proprie leggi.

Attraverso la maschera di Susanna, traduttrice di professione e osservatrice distaccata per necessità, Tallone ci rivela, con allusioni discrete e intriganti, i segreti della parola scritta. Walter Benjamin, uno grande intellettualw dello scorso secolo, avvicinava il lavoro letterario a quello dell’alchimista. Seguendo questa suggestione, Tallone e Susanna ci accompagnano in un mondo di trasmutazioni e metamorfosi lessicali, facendoci scorgere “i lati in ombra delle frasi e delle parole”.

Recensione di Gian Mario Mollar.

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Non mi toccare
  • Editore: Edizioni del Capricorno
  • Autore: Massimo Tallone

Articolo protocollato da Gian Mario Mollar

Classe 1982, laureato in filosofia, Gian Mario Mollar è da sempre un lettore onnivoro e appassionato. Collabora con siti e riviste di ambito western e di recente ha pubblicato I misteri del Far West per le Edizioni il Punto d’Incontro. Lavora nell’ambito dei veicoli storici e, quando non legge, pesca o arranca su sentieri di montagna.

Gian Mario Mollar ha scritto 96 articoli: