Perfide storie, Piccoli delitti, recita il sottotitolo di questa raccolta di racconti (collana Ombre, Mezzotints Ebook) di Diana Lama. Attenti però, perché l’aggettivo “piccoli” non si riferisce alla pochezza dell’offesa, ma al fatto che a commetterli siano per lo più bambini!
Titolo: Non toccatemi il sangue
Autore: Diana Lama
Editore: MezzotintsEbook
Anno: 2013
Sette racconti diversi in lunghezza, ambientazione storica e personaggi, ma parimenti preziosi. Monologhidi assassini che, per nulla pentiti, raccontano le vicende legate agli omicidi commessi. La prima persona singolarecome presa diretta del sonoro del battito del grande cuore di una Napoli “registrata” in tempi diversi, ma sempre uguale a sé stessa perché protesa in difesa delle proprie tradizioni, del proprio sangue.
Questo e molto altro è racchiuso in questo scrigno prezioso che vi invitiamo a schiudere oggi per ascoltareinsieme le “voci di dentro”, che popolano le pagine elettroniche di Non toccatemi il sangue.
“Quello tutto è cominciato che siccome mio papà è dissidente e mia mamma piangeva sempre e don Ciccillo era un grande figlio di ‘ntrocchia che vuol dire puttana e invece tutti quanti dicevano che puttana era mamma mia allora io volevo andare a parlare col Duce ma poi il Duce a Napoli non ci è venuto più e allora mi sono dovuto arrangiare da solo.” (Lo Strummolo con la Tiriteppola)
La storia del piccolo Peppeniello e di come si sia dovuto arrangiare da solo è il degno inizio di una raccolta di racconti neri come la pece e amari come solo la vita vera può essere. Incipit potente, quello de Lo Strummolo, che ci trascina subito nel cuore della narrazione e all’interno del basso napoletano dove il bambino vive con la madre, la sorella, i nonni, tre zie e un nugolo di cugini. Con un linguaggio sgrammaticato e una visione fanciullesca delle cose della vita, Peppeniello ci racconta la sua versione di una storiaccia che vede sullo sfondo i soprusi di omuncoli del Regime nei confronti di una umile famiglia numerosa. L’assenza del padre “dissidente” carica le spallucce del bambino – piccolo-come-un-soricillo – di una responsabilità enorme. Ma Peppeniello, pur non arrivando a capire fino in fondo le questioni dei grandi, riuscirà a trovare la sua soluzione, arrangiata, certo, ma di grandissima efficacia!
“Che volete, songo napoletano, e i napoletani al presepe ci tengono.
Non toccateci il presepe.
E soprattutto, non toccateci ‘o Bambeniello.” (Non toccateci il Presepe)
Già, il Presepe, la più antica delle tradizioni partenopee che Ciruzzo difenderà con più veemenza del suo stesso commercio di cocaina, con la semplice “aggiunta” di un pastore dormiente alla composizione.
Siii, povera nonnina, sempre sola soletta.
C’era un lupo, che ogni tanto l’andava a trovare, ma poi non si è visto più, e anche uncacciatore,ma anche lui se n’è andato chissà dove».(Gli incontri impossibili. Cappuccetto Rosso e Hannibal Lecter)
L’Autrice inverte qui l’ordine dei fattori di una favola tradizionalissima con l’inserimento di Hannibal Lecter nel bosco che Cappuccetto Rosso attraversa per arrivare a portare il cibo alla nonna malata. Ma in questa nuova versione… chi mangerà chi?
Non ne avete mai sentito parlare? Non conoscete le janare?
E allora mi dispiace assai per voi, caro Maresciallo, perché vuol dire che non viinformate sulle tradizioni dei posti in cui vivete. Perché voi non siete di Napoli, vero? Eh,si capisce, si capisce.
Toscano, eh? Però dovreste studiare di più. Informarvi sulle faccende locali, a noidopotutto il vostro Dante ce lo fanno leggere a scuola. (Janare di famiglia)
Ancora tradizioni e sarcasmo lapidario nel racconto che vede protagonista una nipote che accudisce un’anziana zia, allettata per la frattura di un femore. E’ per colpa delle janare – streghe che di giorno sembrano donne normali e di notte entrano nelle case per portare scompiglio – o per altra causa che per zia Genoveffa basterà anche una bara piccolina, che ce la accommogliano dentro come un pazzol?
Pranzetti deliziosi, biancheria profumata, camicie e tailleur stirati, ordine, pulizia:ero la prima donna manager con una moglie, senza averne gli obblighi sessuali annessi.
…finché la pseudo perfezione lascia il posto alla follia omicida. E se a scivolare però non è il phon nella vasca da bagno, ma una delle protagoniste sul pavimento cerato? Beh, a quel punto la felice coabitazione può durare anche anni e anni…
Ecco, il guaio l’ho fatto io, ma in buona fede, e come dice mia mamma quando c’è la buona fede tutto il resto non conta.
«Peppeniello, ricorda sempre: quando c’è la buona fede, delle chiacchiere della gente futtitenne». (La Buona Fede di Mammà)
Quanti guai combina il povero Peppeniello! Ma se c’è la buona fede, anche il fine giustifica i mezzi, dirà mammà alla fine della storia. Già, perché quel figlioletto devoto le ha evitato di dover uscire la sera a passeggiare, trovando il modo di prendersi cura di lei, della piccola Titina e della famiglia tutta, compreso il nonno che ora non passa più il suo tempo al bar de ‘O Sozzoso per via di Nanninella; e anche del cugino Peppenazzo, ora promosso bidello. Come ha fatto Peppeniello a fare tutto ciò in buona fede?
La storia, per la verità, è divertente assai! Ma anche istruttiva, sagace, perfida, tragica e …troppo corta, perché delle storie di Peppeniello avremmo voglia di leggerne ancora e ancora!
I titoli dei racconti sono:
- Lo strummolo con la tiriteppola (Fez, Struzzi & Manganelli Sonzogno, 2005)
- Non toccateci il presepe (Killer & Co. Sonzogno, 2003)
- Giuditta, Oloferne e il Simbolismo (Il Mattino di Napoli e Riso Nero Delos Books, 2010)
- Gli incontri impossibili (M la rivista del mistero Alacran, 2006 e Partenope Pandemonium Larcher, 2007)
- Janare di famiglia (Questi Fantasmi, Boopen, 2009)
- Il segreto di una felice coabitazione (M la rivista del mistero, Alacran, 2005)
- La buona fede di mammà (inedito)
Lasciandovi alla visione del booktrailer, per l’acquisto vi rimando allo store di Mezzotints, dove tra l’altro potrete trovare altri titoli decisamente interessanti se vi piace spaziare anche nel fantastico.
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