Da quando è apparsa sul mercato nostrano, HarperCollins Italia non ha conosciuto battute d’arresto e continua a offrire ai lettori, mese dopo mese, interessanti thriller, in particolare se si tratta di romanzi d’esordio come il presente Normal di Graeme Cameron.
Normal che, sia chiaro, di normale ha ben poco visto che stiamo parlando di un romanzo che narra in prima persona le gesta di un serial killer e che riesce a mischiare al macabro e all’azione anche una buona dose di humor nero, al punto che mentre lo si legge ci si ritrova spesso a sorridere, a sentirsi in colpa per aver riso di eventi di questo tipo e a domandarsi anche come diamine si sia arrivati a riderne.
Ma prima di addentrarci su alcuni aspetti di Normal cerchiamo di soffermarci sulla trama.
“La verità è che faccio del male alla gente. È tutto quello che so fare. È l’unica cosa che farò.”
Il protagonista di questa vicenda narra le sue azioni e pensieri in prima persona e, non nominandosi mai, lo chiameremo Normal. E in effetti dall’esterno appare più che normale: è proprietario di una casetta ben tenuta, con tanto di giardino, è quella persona cortese che se vi incontra cede il passo, sorride quando fa la spesa e in genere rispetta la legge e si comporta bene.Fin troppo bene: tutta questa cortesia e rispetto non sono altro che una facciata in grado di nascondere e camuffare alla perfezione uno dei più pericolosi serial killer visti in azione in tempi recenti.
La linda casetta di Normal nasconde, sotto il garage, una stanza segreta dotata di cella nella quale il protagonista tiene prigioniere, una dopo l’altra, le sue vittime: ragazze e donne di ogni tipo che lui cattura cercando di non far loro del male.
Normal cucina per loro e cerca di nutrirle abbondantemente, in modo che recuperino le forze e quando giudica che sia arrivato il momento…
Eviteremo in questa sede di raccontarvi quel che poi il killer fa delle sue vittime per non rovinarvi la sorpresa, ma dopo anni, decenni di morte e violenza, il romanzo coglie il protagonista in un momento molto particolare della sua vita.Normal si è infatti innamorato per la prima volta, della cassiera del negozio vicino casa aperto 24 ore su 24, e scopre di essere ricambiato. Vorrebbe quindi smettere di uccidere, ma ci sono due piccoli particolari: la polizia sembra essere finalmente sulle sue tracce e nella stanza segreta tiene prigioniera una ragazza, Erica, che non si sta comportando come le altre prigioniere…
Scegliere come protagonista un serial killer non è ormai più da tempo una novità, ma riuscire a incanalare una certa dose di empatia da parte del lettore (o spettatore) nei suoi confronti rimane impresa più difficile.
Uno dei casi in cui questa empatia scaturisce forte e chiara è sicuramente la serie televisiva Dexter, ma in quel caso il protagonista ha un netto, indiscutibile vantaggio nei confronti di Normal: lui uccide mostri, assassini feroci e gente che, secondo il giudizio di buona parte degli spettatori, meriterebbe comunque qualche tipo di castigo.
Diventa quindi più facile parteggiare per “il mostro” se, appunto, combatte contro altri come lui e si pone in qualche modo su un piano morale più alto.
Il personaggio principale di Normal, al contrario, uccide persone innocenti, per la maggior parte ragazze e giovani donne: non è una cosa semplice da superare o dimenticare, e l’elemento più forte, l’aspetto migliore della prosa di Graeme Cameron risiede nel dare una voce originale al suo protagonista e alternare momenti di violenza e crudeltà a istanti semi-comici, andando a creare un mix che non abbiamo incontrato spesso in questo sottogenere.
Alcuni dialoghi con le forze dell’ordine, per esempio, rimangono in mente proprio per la loro natura non certo seria, ma sorpassando questo aspetto, c’è un dato ancora più singolare in questo Normal: il protagonista è tutto sommato un inetto, per sua stessa ammissione, una persona che non sa fare molto nella vita se non uccidere.
E questo è un cambio di passo notevole rispetto a larghissima parte delle narrazioni riguardanti i serial killer, che siamo abituati a vedere raffigurati come dei geni del male.
In aggiunta a questi elementi già particolari, e senza comunque dimenticare che l’opera di Graeme Cameron è anche orripilante e raccapricciante il giusto, a partire dalle abitudini alimentari dell’assassino, c’è il fatto che Normal è anche una love story nella quale l’amore, finalmente incontrato dal protagonista per la prima volta, lo spinge a voler cambiare stile di vita e abitudini.
Ma non sarà per nulla semplice, un po’ perché la polizia comincia finalmente a indagare nella direzione giusta, ancora di più per via della sua più recente “prigioniera”, Erica, ragazza ben diversa dalle altre e in grado di confondere e mettere in dubbio le nozioni di cacciatore e preda, di carnefice e vittima sacrificale.
Nello scrivere un romanzo di morte, di assassini seriali e cadaveri, Graeme Cameron ci porta a una delle più importanti lezioni di vita, ovvero che l’amore genera gioia e caos, elementi che nella maggior parte dei casi sono positivi e benefici, ma che per un killer possono significare l’inizio della fine. E per noi, al contrario, l’inizio di una buona lettura estiva.
Ti è piaciuto l'articolo? Iscriviti alla newsletter
Inserisci la tua email e riceverai comodamente tutti i nostri aggiornamenti con le novità, le anticipazioni e molto altro.
Compra su Amazon
- Cameron, Graeme (Autore)