Mentre l’insopportabile calura estiva non dà tregua, Ragnar Jónasson ci accompagna attraverso atmosfere crepuscolari con Notturno Islandese, quinto riuscitissimo capitolo della serie Dark Iceland.
A Siglufjördur sta arrivando il grande buio: pochi giorni ancora scenderà una notte che durerà due mesi, ma per il momento è la pioggia ad avvolgere il piccolo paese sul fiordo. Herjólfur, il nuovo ispettore capo della polizia che ha coperto il posto che avrebbe dovuto essere di Ari Þór, viene ucciso a sangue freddo in una casa abbandonata, alle porte della città. E quella notte, in servizio, avrebbe dovuto esserci Ari.
Il caso finisce sulla stampa di tutto il paese, perché l’omicidio di un poliziotto è capace di scuotere la nazione: Ari Þór, affiancato dal suo vecchio superiore Tòmas richiamato da Reykjavík per l’occasione, deve fare presto, e deve fare chiarezza tra false piste e vecchie vicende che tornano a galla fino al colpo di scena finale.
Notturno Islandese, diciamolo subito, è un giallo classico sicuramente non rivoluzionario, ma nonostante e probabilmente forse per questo si fa molto apprezzare dal lettore appassionato del genere e del mondo nordico: rispetto agli altri romanzi della serie la scrittura si è fatta più incisiva, l’atmosfera tardo autunnale con il paese sferzato da vento e pioggia incessante aiuta un romanzo costruito attorno a pochi personaggi ben caratterizzati , e alcune tematiche forzano il piccolo paese di 2000 anime in mezzo al nulla verso una modernità dura e sgradita. Inframezza il racconto il diario di un ricovero in ospedale psichiatrico, apparentemente non legato ad alcun personaggio del romanzo, che nelle ultime pagine non cambierà la storia ma darà una prospettiva completamente diversa.
In un certo senso Notturno islandese è un romanzo sulla perdita dell’innocenza. Il mondo di fuori, con la nuova galleria che ha portato turisti, proprietari di seconde case e nuovi problemi, irrompe corrompendo l’innocenza da fiaba feroce di Siglufjördur. La pista del traffico di droga, che sembra essere la pista principale, è qualcosa di cui Ari Þór deve prendere atto con una certa difficoltà, ma sempre più il suo sguardo si fa disincantato mentre ad affrontare l’ingerenza della politica, situazioni di violenza familiare, vecchie questioni irrisolte. Ari Þór stesso, che ora è considerato dai paesani “uno di loro” e per questo riesce ad avvicinarsi più facilmente alle storie personali, è meno innocente: è sempre un uomo chiuso e arrabbiato con il mondo, ma è anche un uomo più cinico. Ha sentimenti ambivalente verso il collega assassinato – da un lato il senso di colpa perché quella notte in servizio avrebbe dovuto esserci lui, dall’altro il fastidio nei confronti di qualcuno che ha occupato il posto che avrebbe dovuto essere suo – e fatica a nascondere una certa insofferenza anche nei confronti di Tòmas, suo mentore, portatore di una visione “vecchio stile” e di un ruolo che Ari fatica a volergli ancora riconoscere.
Tutti i protagonisti di Notturno Islandese si confrontano con questo sentimento di perdita: violenza domestica, affari non proprio puliti, ambizioni politiche e miserie umane si intrecciano nell’indagine. Jónasson racconta i personaggi con uno sguardo preciso e disincantato, ma sembra che nello stesso tempo voglia dirci che dietro ogni carnefice ci sono storie che vanno raccontate, a volte perdonate ma sempre capite.
Anche il paesaggio naturale perde parte della sua selvatica bellezza: non ci sono in questo caso i colori netti degli spazi aperti, del cielo, delle distese laviche o del manto candido di neve. E’ il grigio dell’autunno a prevalere, sferzato dal vento gelido e dalla pioggia: un freddo che entra negli esseri umani e li porta a rinchiudersi dentro quelle stanze chiuse dove le vicende degli uomini sono spesso miserabili. Ragnar Jónasson (1976), avvocato, giornalista, traduttore e scrittore pubblicato in trentadue paesi con milioni di copie vendute nel mondo, insegna diritto d’autore all’università di Reykjavík. Membro della Crime Writers’ Association britannica e co-fondatore del festival Iceland Noir, è l’autore della serie Dark Iceland, un successo internazionale, di cui Notturno islandese è il quinto episodio.
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