Oggi al Thriller Cafè diamo spazio a un autore che, nel suo Paese, la Francia, è uno degli autori letterari di maggior successo. Stiamo parlando di Michel Bussi, del quale è da poco uscito “Nulla ti cancella” (Edizioni e/o, titolo originale “Rien ne t’efface”, traduzione di Alberto Bracci Testasecca).
Già in premessa, Bussi ci introduce al tema del romanzo. Ci parla infatti di Ian Stevenson, medico canadese, poi divenuto statunitense, che ha dedicato praticamente la totalità della sua vita a cercare di dimostrare scientificamente il fenomeno della reincarnazione. Non partendo quindi da un approccio mistico o religioso, ma utilizzando un metodo sicentifico di natura “ortodossa”. Attorno a questa suggestione, Bussi costruisce la sua narrazione, che parte dai Paesi Baschi francesi, Saint-Jean-de Luz, dalla vicenda legata alla sparizione di un bambino di dieci anni, Esteban Libéri.
La mattina del suo decimo compleanno, Esteban infatti si perde, lasciando la madre Maddi in preda all’angoscia. La vita di Maddi è a tal punto segnata da questo episodio, che la stessa è costretta a trasferirsi in Normandia per ricominciare una nuova vita. Solo dieci anni più tardi avrà il coraggio di tornare in vacanza a Saint-Jean-de Luz, dove sarà folgorata da una visione: un bambino in tutto e per tutto identico a Esteban sta facendo il bagno nell’oceano. Travolta dagli eventi, Maddi decide di seguire il bambino fino alla cittadina dove vive, Murol, nell’Alvernia. Sarà lì, che, a seguito di una serie di indagini, scoprirà la verità alla base di questa somiglianza.
Bussi tratta in modo molto efficace un tema profondo e al cuore della storia millenaria delle più diffuse religioni orientali. Lo fa con la sua prosa ironica e delicata, ma anche capace di descrizioni estremamente accurate, quasi pittoriche, della Natura e dei paesaggi alverniati nei quali la storia che racconta è profondamente immersa. Il suo registro ironico coglie nel segno nel tratteggiare personaggi molto riusciti come rappresentazioni di altrettante “manie” che la società di oggi ha sviluppato: dalla dipendenza dai social, al culto di pratiche esoteriche, a un rifiuto dei consumi e della modernità che sfocia nella follia.
Queste descrizioni non sacrificano per nulla l’intreccio e l’indagine, che non ha veri e propri investigatori, ma diventa progressivamente un’indagine collettiva e corale, che coinvolge un’intera cittadina. A questo proposito, c’è in Bussi una chiara volontà di esaltare gli angoli nascosti di bellezza, le piccole comunità, legate alle loro tradizioni che sono state poco o per nulla contaminate dal “mainstream”. In quei luoghi, ci sembra dire l’autore, c’è la vera umanità e questo messaggio passa, ci contagia, ci affascina.
“Nulla ti cancella” è anche un romanzo sulle diversità e sul confronto tra culture. Un invito al superamento delle barriere tra le diverse tradizioni, quasi a volerci esortare a cercare in ciascuno di noi ciò che ci unisce, più che ciò che ci divide. In questo senso il mondo di Bussi è un mondo a colori, che ha tinte e sfumature diverse, che ci riporta a quello che siamo stati nei millenni, superando le differenze che si sono consolidate nel tempo e nello spazio. Sembra che per l’autore proprio questo approccio sia in grado di riportare a galla la nostra vera sostanza, i nostri più autentici sentimenti, la nostra natura. Solo in questo modo, facendo tesoro di quello che abbiamo appreso da millenni e che possiamo ancora apprendere dagli altri, possiamo conservare il meglio di quello che ci circonda. In una parola, restare umani. Mai come adesso ne abbiamo bisogno.
Ti è piaciuto l'articolo? Iscriviti alla newsletter
Inserisci la tua email e riceverai comodamente tutti i nostri aggiornamenti con le novità, le anticipazioni e molto altro.