Si intitola Obscuritas il nuovo thriller dello svedese David Lagecrantz, pubblicato da Marsilio con traduzione di Laura Cangemi. Lagercrantz è noto ai più per aver portato a termine (con ulteriori tre volumi) la famosa trilogia Millennium, rimasta incompiuta dopo la morte di Stieg Larsson, nonché per aver scritto “Io, Ibra“, la biografia del calciatore Zlatan Ibrahimovic. Con Obscuritas, invece, Lagercrantz inaugura una nuova serie tutta sua con due protagonisti interessanti: la poliziotta di origine cilena Micaela Vargas ed Hans Rekke, professore di psicologia nonché esperto di tecniche di interrogatorio dalla personalità più che borderline.
Estate 2003. Mentre gli americani sono impegnati sul fronte iracheno, a Stoccolma un uomo di origine afgana viene ucciso. Il caso desta scalpore perché l’uomo, Jamal Kabir, era un arbitro di calcio molto amato per i suoi modi calmi, quasi distinti, e il rigore e l’imperturbabilità con cui in campo gestiva anche le situazioni più complesse. Era arrivato in Svezia nel 2002 ed in poco tempo era diventato una sorta di eroe popolare. L’unico indiziato per l’omicidio è Giuseppe Costa, uomo di origine italiana, focoso, bevitore, nonché padre di uno dei giocatori in campo. Tra gli indizi che inducono la polizia a sospettare di lui c’è il fatto che proprio durante una partita, poco prima dell’omicidio, Costa aveva dimostrato inequivocabilmente acredine verso l’arbitro. L’uomo però non parla, non collabora, tranne che con quella poliziotta di origine straniera, Micaela, che vive nel suo stesso quartiere di periferia. È per questo che la giovane viene coinvolta – sebbene per poco – nel caso. Oltre a lei, però, la guest star è Hans Rekke, eminenza grigia che sembra vedere dettagli che altri non sono in grado di cogliere, che gli permettono di risolvere enigmi apparentemente irrisolvibili. Stavolta, però, qualcosa va storto, Rekke non viene ascoltato, Micaela viene estromessa dal caso e l’indagine si arena. Mesi dopo, però, per un caso fortuito, i due hanno modo di rincontrarsi e l’interesse per quel caso irrisolto torna prepotentemente a galla, tantopiù che Rekke sembra avere informazioni di cui la polizia non è a conoscenza. O forse invece sì? Chi o cosa si nasconde dietro quello che – se pur grave – pareva essere un semplice fatto di cronaca nera? Man mano che questa strana coppia indaga per proprio conto, la vittima sembra sempre meno vittima e le ombre si addensano. Qualcosa sembra volerci riportare ad altre epoche, altri scenari, alla Mosca comunista e alle persecuzioni ai musicisti ad opera dei talebani negli anni ’90… cosa c’è dietro?
Quella tratteggiata in Obscuritas è decisamente una strana coppia di protagonisti: lui, il ricco e stimato professor Rekke, è una persona acutissima, ma al contempo insospettabilmente ed insostenibilmente fragile, alterna fasi maniaco-depressive importanti che fanno dubitare gli altri e lui stesso della sua affidabilità e capacità di giudizio, eppure quando è in fase up è davvero in grado di vedere oltre. Ex pianista di talento, esperto di musica, tra vagonate di psicofarmaci e citazioni latine, ricerca la “Claritas”, ma non riesce a contrastare l’obscuritas che si porta dentro, si lascia travolgere, quasi ci si crogiola. Lei, Micaela Vargas, è più ordinaria, ma solo in apparenza, in realtà è forse il personaggio più interessante della storia. Cresciuta nei bassifondi di Stoccolma, immigrata e perciò sempre sul chi vive, ha due fratelli problematici, uno dei quali è diventato un pericoloso criminale. È forte, severa con se stessa, ha un’energia trattenuta che tuttavia il suo corpo fa fatica a non sprigionare. Ha un’oscurità diversa da quella di Rekke… rivolta verso l’esterno.
«Sai cosa mi hai detto una volta?»
«Cosa?»
«Che quello che viene occultato si deforma, come una pianta che si incurva sotto un tetto.»
«Davvero mi sono espresso in modo così poetico?»
«Hai detto che l’oscurità non si limita a celare: modifica, corrompe.»
«Quindi la morale è…»
«Che dovresti scoprire cosa ti nasconde Magnus» completò lei. «Non puoi startene lì a guardare solo dentro te stesso.»
No, infatti non mi fa bene, pensò Rekke. Horror vacui. Nulla era peggio del vuoto dentro di lui. D’altra parte guardare il mondo non era meglio. La stessa oscurità dappertutto. Ma si sarebbe dato una regolata, per amore di Julia. Prima però gli serviva… Andò in bagno e si mise a frugare nel suo armadietto chiedendosi cosa prendere. Che vita di merda mi sono costruito, pensò. Che padre irrecuperabile si è ritrovata mia figlia.
Di nuovo ricordò il treno che correva verso di lui e i passi, quei passi di corsa che si avvicinavano contemporaneamente. Due forze che lo trascinavano in direzioni opposte e che ancora se lo contendevano, come Dio e il diavolo. Stronzate, pensò. Sciocchezze melodrammatiche. Chiuse l’armadietto, indeciso, angosciato”.
Obscuritas è un thriller dalla trama complessa, ricca di deviazioni improvvise e colpi di scena. Tuttavia la narrazione scorre lenta e – comprensibilmente, visto che è il primo volume di una serie – molto spazio è dato alle vite ed alle personalità dei protagonisti. Resta da vedere come evolverà questa serie, se Rekke e Vargas diventeranno una coppia consolidata o se la loro bizzarra sintonia è stata solo frutto di un incontro estemporaneo. Ad ogni modo li attenzioniamo: sembrerebbe che da loro ci si possa aspettare qualcosa di buono.
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