Oggi al Thriller Café vi parliamo di “Ogni luogo un delitto” di Flavio Troisi, edito da Autori Riuniti.
“Per imparare a essere un rom, innamorarsi ancora, portare alla luce una catena di efferati delitti, vedersela con un serial killer e impazzire una volta per tutte, Fabio Castiglione prese il volo diretto delle 14.15 per Torino…”
Questo l’incipit del romanzo, che, come il seme di un albero, contiene già in se stesso tutta la storia che seguirà. Fabio Castiglione arriva in Val di Susa al seguito della figlia del senatore Giraudo, un uomo anziano e forse affetto da demenza senile, che ha scelto di morire in solitudine in quella austera e poco turistica valle delle Alpi piemontesi. Morto d’infarto, l’uomo aveva iniziato a frequentare la “Kumpania di San Michele”, una comunità di rom che si è insediata sull’erto fianco della valle. Fabio, incaricato di rimettere in sesto la abitazione ormai vuota, si troverà suo malgrado a investigare sul passato del senatore, portando alla luce i frammenti di un mistero antico e inquietante, che striscia nella Valle sin dai tempi della guerriglia partigiana… Un serial killer ha nascosto per decenni le sue tracce nei folti boschi che circondano Condove, e per stanarlo Fabio dovrà fare affidamento sulla sua “ecosincrasia”, un “sesto senso” che gli permette di avvertire le emozioni rimaste intrappolate negli edifici. Al suo fianco ci sono la comunità dei rom e lo spregiudicato Costel, che collabora con il “gagio” per scoprire una verità nascosta nelle pieghe del tempo, senza farsi troppi problemi per il rispetto della proprietà privata…
La trama è quella di un thriller, con un ritmo incalzante e una prosa fluida e ironica che rende la lettura un vero piacere. Alla vicenda “nera”, però, si mescola in chiusura un tocco discreto di soprannaturale, che rende il finale davvero inatteso.
A fare la differenza, però, sono i dettagli, perché “Ogni luogo un delitto” è un thriller con tanti pregi. La prima cosa che mi ha colpito, probabilmente perché quei luoghi li vivo e li amo da tanti anni, è senz’altro l’abilità di “fotografare” con precisione il contesto. Attraverso le pagine di Flavio Troisi, infatti, prendono vita i bandoli di tornanti che si arrampicano sul fianco delle montagne come “una scorciatoia per il neolitico”, i borghi abbandonati ma affollati di fantasmi, la magia senza tempo dei boschi e i segreti delle loro radure… la Val di Susa, per dirla in breve. Al di là dei paesaggi, mi sembra che l’autore sia riuscito a trasmettere anche quella che è l’anima della Valle: i gloriosi e drammatici trascorsi della Resistenza, i problemi attuali legati al TAV, il razzismo, gli incendi. Il tutto senza mai scadere in tediosi pistolotti, ma semplicemente raccontando.
Un altro aspetto sono i personaggi, raffigurati a tutto tondo al punto che sembra quasi di affezionarcisi: una cura che non riguarda soltanto il protagonista e gli attori principali, ma anche quelli secondari. Bellissima l’idea di raccontare la comunità rom, perché di fatto non sappiamo molto di questo popolo, che in genere è più odiato che conosciuto.
Per una volta, esito a paragonare Flavio Troisi ad altri scrittori, perché mi sembra abbia una voce molto personale e sono sicuro che sentiremo ancora parlare di lui in futuro.
In sintesi, Ogni luogo un delitto è un thriller che si legge tutto d’un fiato, ma che lascia anche spunti su cui riflettere.
Ti è piaciuto l'articolo? Iscriviti alla newsletter
Inserisci la tua email e riceverai comodamente tutti i nostri aggiornamenti con le novità, le anticipazioni e molto altro.
Compra su Amazon
- Editore: Autori Riuniti
- Autore: Flavio Troisi