Da una costola della Fanucci è nata da qualche mese una nuova collana dedicata interamente al thriller, con volumi curati sia nella grafica che nel formato a un prezzo accattivante. Tra i primi titoli usciti, recensiamo oggi il thriller di Ryan David Jahn, Omicidio allo specchio.
Titolo: Omicidio allo specchio
Autore: Ryan David Jahn
Editore: TimeCrime
Traduzione: Cristina Genovese
Sarà che l’autore di cui parliamo oggi è anche sceneggiatore, fatto sta che Ryan ha superato le sue doti visionarie con il thriller “Omicidio allo specchio”. Nonostante il titolo ricalchi i soliti meccanismi di catalogo, la trama non risulta poi così scontata. Tra le pagine viene raccontata la vicenda di Simon, uomo ordinario, privo di ambizione, che rasenta la mediocrità e l’apatia nei confronti della propria vita, un uomo che letteralmente si lascia vivere, povero di amicizie se non quei due conoscenti, colleghi di lavoro, che più che condividere la pausa pranzo, sopportano la sua presenza. L’autore riesce in questa descrizione a raccontare la miseria più becera di un vivere ai margini di quella parte di società che, pur contribuendo all’economia del paese attraverso il proprio lavoro, non riesce a ritagliarsi un proprio spazio all’interno del sistema. Un sistema che proprio perché tale, elimina i più deboli come in una sorta di meccanismo evolutivo che vede per antonomasia i più forti sopravvivere e andare avanti.
Qualcuno una notte si introdurrà in casa di Simon e tenterà di ucciderlo, ma perché quello stesso uomo è così simile a lui? Inizia in una notte come tante l’incubo che vivrà il protagonista nei giorni a venire. Situazione che quasi riuscirà a scansare l’apatia di cui è vittima per renderlo finalmente padrone di scelte che condizioneranno tutta la sua esistenza. Perché Simon si sente pedinato? E perché è così facile entrare nella vita di un altro?
Un thriller ben congeniato, dai tratti un po’ surreali, che riesce a rendere una trama che senza quella parte onirica vissuta dal protagonista, risulterebbe quasi ordinaria. Il filone psicologico di cui è pregno il narrato, riesce a immergere nella dinamica psicologica del protagonista il lettore, tanto da farlo rimanere imbrigliato in quei meccanismo illogici di cui è capace la mente umana.
Un thriller che sarebbe potuto andare avanti ancora per cento pagine senza annoiare il lettore più esigente, ma Jahn è riuscito in uno spazio abbastanza conciso a raccontare una buona storia. In una parola leggetelo!
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