Opera Sei, romanzo d’esordio di David Riva, dovrei segnalarlo “d’ufficio”, dato che è edito da Edizioni XII nella collana Mezzanotte, la stessa del mio saggio In due si uccide meglio.
Ma io invece lo segnalo perché ho grandissima stima dell’autore, presente già in Archetipi con un racconto veramente bello dal titolo La fenice e a mio parere uno scrittore veramente da scoprire.
Opera sei s’intitola appunto il suo primo thriller, un libro che trascende il genere con elementi di contaminazione legati alla body art più estrema. La trama è la seguente:
Hao Myung è un artista.
Una potente associazione internazionale finanzia le sue operazioni di chirurgia plastica, che trasformano pochi prescelti – ognuno con la sua storia, i suoi drammi, le sue nere intenzioni – in opere d’arte. Siamo oltre la body-art e l’Arte Carnale, ben al di là di quelli che chiunque considererebbe i limiti umani, i confini dell’Arte: Myung installa sulla sua prima opera cilindri cavi che ne attraversano da parte a parte il busto, a un’altra prolunga l’aorta in un tratto esterno – così che il sangue scorra a vista –, a un’altra ancora sostituisce la calotta cranica con una copertura trasparente… Tuttavia queste opere non sanno che verranno commercializzate, una volta acquisita quella che ritengono la manifestazione esteriore della propria essenza più vera.
Il destino di Ester sembra segnato: ha compiuto le sue scelte, ha iniziato la sua trasformazione. Desidera che tutti vedano, infine, com’è davvero. Eppure attorno a lei qualcuno si sta muovendo per trovarla e riportarla a casa, e forse per porre fine al disegno allucinante. L’unica certezza è che Ivan non si fermerà di fronte a nulla.
Prima che lei diventi l’opera numero sei.
Siete curiosi? Passate sull’eshop di Edizioni XII e mettetelo nel carrello. Sono sicuro che se lo leggerete non ne rimarrete delusi.
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