Oggi spazio a un autore emergente, qui al Thriller Cafè. Seduto al tavolo 5, il dottor Mauro Casaroli e la sua “Orda Primordiale”.
Titolo: Orda primordiale
Autore: Mauro Casaroli
Editore: Robin
Anno di pubblicazione: 2008
Pagine: 201
ISBN: 978-88-7371-370-8
Prezzo: € 9,00
Trama in sintesi:
Nella New York dei più sporchi bassifondi, una storia senza speranza di inaudita violenza metropolitana, che scorre come un fiume in piena lasciandosi alle spalle una lunga scia di sangue. Un regista che filma la realtà più cruda e una donna senza morale, a caccia di sensazioni forti, ripresi nei due giorni che sconvolgeranno ogni idea dell’uomo su se stesso, sul mondo, sulla vita fino a un’orgia di morte e violenza. Uomini e donne travolti da un’assoluta e ineluttabile orda primordiale.
(dalla scheda su IBS)
“Orda primordiale” è un romanzo di difficile collocazione. Non un thriller, né un giallo moderno, sicuramente. Direi piuttosto un noir che tenta di scavare nei recessi dell’animo umano, alla ricerca di un significato al male gratuito, alla perdita di freni morali. Narrato in prima persona, il libro segue la decadenza del protagonista che irretito da poco affidabili compagnie si riscopre deciso a oltrepassare i limiti etici imposti dalla società, dalla cultura, dalla civiltà. Andrew, questo il nome del personaggio principale, è abbastanza ben tratteggiato e coerente nell’escalation del proprio comportamento. Forse un po’ sbiaditi sullo sfondo restano i comprimari, a parte Lara, che invce si eleva dal resto della compagnia anche per mezzo di dialoghi piuttosto efficaci. A non convincere molto – devo dire – è però l’ambientazione: una New York poco riconoscibile, che avrebbe potuto essere probabilmente un qualsiasi altro posto, e quindi meglio un posto italiano. Si tratta di un difetto che riscontro spesso, ma che tuttavia non inficia molto il giudizio complessivo. Per quanto riguarda la gestione delle fasi narrative, non essendo il plot improntato su deadline i colpi di scena sono poco frequenti, ma considero incisivo quello nel prefinale. Amaro poi il finale, adeguato all’impronta nera che percorre tutto lo scritto.
Sul piano della scrittura posso dire che pur non essendo il romanzo fondato su una trama particolarmente intricata, il ritmo resta buono per tutto l’arco della narrazione e lo stile secco dell’autore è capace di far voltare con facilità le pagine.
A fine lettura direi che la storia mi è sembrata gestita con buona consapevolezza del punto di partenza e di arrivo. I percorsi intermedi potevano essere diversi: se n’è scelto uno che può piacere o meno a seconda che si prediliga la riflessione o l’azione, ma che è valido tanto quanto i possibili altri.
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