Pubblicato da Carbonio Editore con la traduzione di Sandro Ristori, Paradise City di Joe Thomas è il libro che recensiamo oggi al Thriller Café.
L’autore è docente di letteratura e scrittura creativa presso l’Università di Londra, ha vissuto dieci anni a San Paolo del Brasile e proprio qui ambienta la storia, dipingendo un ritratto talmente minuzioso della metropoli da renderla molto più che uno sfondo. Il forte contrasto tra la povertà e criminalità delle favelas e la parte ricca e gaudente di una delle città più popolose del mondo, così come la quotidianità, gli odori (non sempre gradevoli!), i suoni, i colori, i cibi e i sapori, attraversano le pagine con forza e diventano protagonisti insieme ai personaggi.
In questo variopinto bailamme vive – o forse è più corretto dire sopravvive – Mario Leme, un investigatore della Polizia Civile che non è più lo stesso da quando la moglie Renata è rimasta uccisa l’anno prima da un proiettile vagante, durante una sparatoria tra polizia e trafficanti di droga. La donna era un avvocato coraggioso e altruista che si dedicava agli ultimi e aveva il suo studio nella favela che dà il titolo al libro: Paraisópolis, un inferno di miseria e pericolosità. Leme si reca ogni mattina in quella zona, ne ha un bisogno quasi fisico: resta in macchina, fuma, ricorda, e solo dopo questo “rito” riesce a raggiungere il luogo di lavoro. Un giorno un SUV sbanda e si ribalta poco oltre il posto in cui l’investigatore è solito fermarsi: Leme accorre e si accorge che sul corpo della vittima ci sono ferite di arma da fuoco, ma prima che possa intervenire in qualche modo, la polizia militare porta via in tutta fretta il cadavere del giovane alla guida. Un omicidio fatto passare per incidente e da quel momento Leme è ossessionato dal dubbio che anche quello di Renata sia stato in realtà un delitto premeditato.
L’intrico diventa complesso e coinvolgente, fiorente di sub-plot dall’impatto vigoroso dal punto di vista sociale e politico: qualunque indizio o prova troverà il protagonista, sarà la tessera di un enorme gioco spietato di potere in cui l’assassinio di esseri umani è solo un “danno collaterale”.
È un romanzo crudo che racconta senza mezzi termini la sofferenza e la rabbia dei più poveri e i limiti che una ristretta cerchia di persone senza scrupoli è disposta a superare in nome del dio denaro, della gloria, del finto progresso, dei vantaggi personali e non della comunità. Uno spaccato di vita reale che supera tristemente la fantasia.
Paradise City è il primo libro della serie hard-boiled con protagonista il detective Mario Leme: in Gran Bretagna è appena uscito il secondo, Gringa, di cui attendiamo pubblicazione anche nel nostro Paese.
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