Piccole storie di nessuno è una raccolta di dodici racconti apparsi per la prima volta nel 2003, ed’è proprio nello scorso decennio che Ferdinando Pastori colloca i personaggi che movimentano queste brevi e ficcanti storie. La cornice è una Milano eclettica, mutevole come il suo clima, rappresentata quando è fredda, umida, grigia e a tratti deserta, ma anche quando è insopportabilmente calda, afosa e sfavillante di luci e colori, corroboratrice di umori. Una città che ha ancora i postumi della sbornia degli anni ottanta e novanta della Milano da bere e che ora sanguina per le quantità eccessive di coca sniffata; la capitale delle pubbliche relazioni dove relazionarsi è, in molti casi, impossibile. Le dodici voci narranti appartengono, perlopiù, a professionisti rampanti alle prese con beghe coniugali ed extraconiugali, amicizie forti e sodalizi fasulli, fobie giustificate e alienazioni illogiche. L’urgenza di sostituire la realtà che si subisce, la frenesia di muoversi il più possibile nello spazio per scampare alla quotidianità, sono elette ossessioni principali, in un tempo che scorre monotono, sempre uguale; in altri casi, al contrario, nelle convenzioni e in tutto ciò che rientra nell’ordinario “si trova sempre un certo sollievo”, come testimonia uno dei protagonisti. La morte non è temuta, è cercata per se stessi ed è imposta al prossimo. In un episodio è derisa, perché giunta in ritardo, quando si ha già avuto il tempo di godersi le cose belle, come i finali spiazzanti di queste brevissime narrazioni.
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