Pietr il Lettone - Georges SimenonCominciamo oggi una serie di recensioni sui romanzi di Georges Simenon con protagonista Maigret e ovviamente partiamo con quello che è considerato il primo della serie, Pietr il Lettone (Pietr-le-Letton) scritto nell’inverno del 1929 e pubblicato da Fayard nel 1931. In realtà, il primo ad essere pubblicato fu “Il signor Gallet, defunto”. Maigret era già apparso in altri quattro romanzi di Simenon, ma come personaggio di secondo piano.
In Italia, fu pubblicato per la prima volta nel 1933 da Mondadori, con il titolo Pietro il Lettone, nella collana “I libri neri. I romanzi polizieschi di Georges Simenon”.
Recentemente (1993) è stato ripubblicato da Adelphi con il titolo Pietr il Lettone nella collana Gli Adelphi. Le inchieste di Maigret (al momento siamo all’ottava edizione).

TRAMA
Alla stazione Gare du Nord, all’interno di un treno viene trovato un cadavere che corrisponde alla descrizione di un noto criminale internazionale: Pietr il Lettone. Maigret, però, vede un giovane uomo biondo in cappotto verde, che somiglia alla descrizione, scendere dallo stesso treno in cui è avvenuto l’omicidio. Insospettito dalla strana coincidenza, il commissario inizia a pedinare il giovane. Questi si stabilisce presso l’Hotel Majestic, dove incontra con un importante e facoltoso americano: Mortimer-Levingston. Durante le indagini, Maigret scopre che un uomo uguale a Pietr sembra vivere contemporaneamente due esistenze: a Fécamp si fa chiamare Olaf Swaan ed è sposato alla signora Berthe; a Parigi si fa chiamare Fédor Yourovitch e risiede nel quartiere ebraico insieme a una polacca di nome Anna Gorskine. I due uomini simili fisicamente, hanno una personalità profondamente diversa: Olaf Swaan appare sprezzante e sicuro di sé, mentre Fédor Yourovitch è un alcolizzato, timido e privo di carattere. Al commissario il compito di far luce sulla situazione…

Chi è Maigret?
Maigret è il protagonista di settantacinque romanzi e ventotto racconti. Così il suo autore lo descrive in una delle prime pagine del romanzo Pietr il Lettone:

Non che somigliasse ai poliziotti resi popolari dalle caricature. Non aveva né baffi né scarpe a doppia suola. Portava abiti di lana fine e di buon taglio. Inoltre si radeva ogni mattina e aveva mani curate.
Ma la struttura era plebea. Maigret era enorme e di ossatura robusta. Muscoli duri risaltavano sotto la giacca e deformavano in poco tempo anche i pantaloni più nuovi.
Aveva in particolare un modo tutto suo di piazzarsi in un posto che era talora risultato sgradevole persino a molti colleghi.
Era qualcosa di più della sicurezza, ma non era orgoglio. Arrivava solido come il granito, e da quel momento pareva che tutto dovesse spezzarsi contro di lui, sia che avanzasse, sia che restasse piantato sulle gambe leggermente divaricate.
Teneva la pipa inchiodata in bocca e non la toglieva certo perché si trovava al Majestic.

(tratto da Pietr il Lettone edito da Adelphi, traduzione di Yasmina Mélaouah)

Vale la pena leggerlo?
La trama risulta complicata e in alcune parti alquanto inverosimile. L’inizio folgorante con il cadavere scoperto nel treno e il suo sosia, che cammina tranquillamente per la stazione, evidenzia l’amore dell’autore per il feuilleton. Simenon sapeva che è importante colpire e catturare il lettore, fin dalle prime righe e con qualsiasi mezzo, anche il più trito, com’è appunto quello dei gemelli.
Non si tratta certo di uno dei capolavori di Simenon. Ma già da questo romanzo è chiaro l’indirizzo che l’autore intende imprimere alla serie, che lo renderà famoso in tutto il mondo: Maigret lavora d’istinto, si immerge nei luoghi, affronta i colpevoli faccia a faccia. Romanzo dopo romanzo, cresce un personaggio umano e reale.

ATTENZIONE: SPOILER
Alla fine di Pietr il Lettone Maigret cattura Hans Johannson, l’assassino del vero Pietr trovato sul treno. La confessione di Hans, ciò che egli ha subito in passato dal fratello ucciso, l’amore nei confronti di Berthe creano tra il commissario e l’omicida uno strano rapporto di simpatia. Ed è questa un’altra delle caratteristiche di Maigret: la sua umanità lo porta a comprendere la psicologia e le motivazioni “umane” del criminale, arrivando quasi a giustificare il loro comportamento. Per questo Maigret non arresta Hans e gli permette di suicidarsi davanti ai suoi occhi.
ATTENZIONE: FINE SPOILER

In questo primo episodio, dunque, Simenon si muove su due binari: da una parte lo svolgimento di una trama legata ai desideri di un pubblico popolare che ha bisogno di continui colpi di scena; dall’altra l’attenzione sulle motivazioni psicologiche che conducono l’uomo a compiere delitti atroci. Rispetto a questo romanzo, caratterizzato da un ritmo frenetico, con inseguimenti, sparatorie, ferimenti e cadaveri, nei successivi romanzi della serie Simenon preferirà trame meno spettacolari, con storie che si incentrano sulla psicologia dei personaggi.

Curiosità
Nel romanzo, il collega Torrance viene ucciso ma ricomparirà nei romanzi successivi, anche in senso temporale.
In questo primo episodio, la moglie di Maigret compare solo nelle ultime pagine del romanzo.

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Pietr il Lettone
  • Simenon, Georges (Autore)

Articolo protocollato da Alessandro Bullo

Alessandro Bullo è nato a Venezia. Si è laureato in lettere con indirizzo artistico, mantenendosi con mestieri occasionali; dopo la laurea ha lavorato per alcuni anni presso i Beni Culturali e poi per la Questura di Venezia. Successivamente ha vissuto per quasi dieci anni a Desenzano del Garda per necessità di lavoro. Attualmente vive a Venezia e lavora come responsabile informatico per un’importante ditta italiana. Sue passioni: Venezia, il cinema noir, leggere, scrivere. Autori preferiti: Dino Buzzati, Charles Bukovski, Henry Miller. Registi preferiti: Elia Kazan e Alfred Joseph Hitchcock. È arrivato per due volte in finale al premio Tedeschi e una al premio Urania. Nel 2012 con “La laguna degli specchi” (pubblicato sotto lo pseudonimo Drosan Lulob) è stato tra i vincitori del concorso “Io scrittore”.

Alessandro Bullo ha scritto 66 articoli: