Un noir mediterraneo che comincia con una caffettiera che borbotta e finisce con un tuffo… in mezzo, la vera anima del Salento. Dall’autrice della serie di Lolita Lobosco, una nuova protagonista di tutto rispetto.
Gabriella Genisi – pugliese, classe 1965 – ha scritto molti libri e dal 2010 ha pubblicato con Sonzogno la serie di sette gialli con protagonista il commissario Lolita Lobosco. Lo scorso aprile per Rizzoli è uscito questo nuovo romanzo, Pizzica amara, ambientato nella primavera salentina e difficile, almeno a un primo sguardo, da incasellare in un preciso sottogenere. I tempi sono quelli del Sud, lenti e dilatati come in un giallo, ma la vicenda è in pieno divenire come in un thriller; tuttavia ben presto si scopre, leggendo, che per cupezza di temi, presenza di esoterismo, superstizione e magia nera, nonché per il netto contrasto con l’ambientazione, siamo nel campo del Noir mediterraneo.
Protagonista ed anima del romanzo è, più che i personaggi fisici, la terra salentina con le sue peculiarità e i suoi misteri; il compito di guidarci nella scoperta di una faccia diversa, ma altrettanto intima e vera del Salento è affidato a una donna che, sgomitando tra diffidenza e reticenza, dovrà anche portare alla luce fatti e realtà che si cerca di nascondere sotto il tappeto da troppo tempo. Questa donna è il maresciallo Chicca Lopez che, con alle spalle un passato difficile e nel presente una fidanzata pretenziosa come un “maschio anni 50”, si trova per le mani un caso scottante che, mettendo a nudo le perversioni di gente insospettabile, con la sua scia di morte rischia di far tremare l’intero Salento.
Nel paesino di Montesano salentino, la tomba di un ragazzo morto per un incidente viene profanata ed il corpo trafugato; a distanza di poco tempo, il cadavere di una ragazza viene ritrovato sulla spiaggia di Torre Chianca. Quando il corpo di una terza ragazza viene ritrovato nel cuore della Lecce che conta, il maresciallo Lopez capisce che le morti di questi ragazzi non sono isolate e, soprattutto, potrebbero non essere le sole. Il suo lavoro è ostacolato da vari fattori: in primo luogo lei è una donna, una carabiniera poco avvezza a compromessi e sotterfugi in una società maschilista ed abituata a scorciatoie, favori ed occhi volutamente chiusi; in secondo luogo troppi, in questa storia, non dicono ciò che sanno. Non sarà facile per Chicca penetrare nella cortina di riservo, diffidenza, paura che nasconde le malefatte e il torbido ed ingabbia chi non ha alternative. Il maresciallo Lopez non può farcela da sola: saranno la professionalità di Maria Antonietta, la dedizione dei brigadieri, l’affetto e l’apertura mentale di Gerard, la disperazione di Maria la Macara (la strega) a permettere alla sua tenacia di trionfare, sollevando con coraggio il velo dell’ipocrisia che avvelena giovani e adulti.
Con incedere lento, ma diretto e sicuro, Gabriella Genisi intreccia le maglie di un’indagine a tutto tondo che conduce il lettore in un abisso di dolore, malvagità, perversione e tesse una tela che, implacabile, si stringe attorno ai responsabili. Anche per chi indaga, però, diventa difficile sottrarsi alla deflagrazione.
Probabilmente l’unica pecca di questo libro è quel senso di già letto che, soprattutto all’inizio, potrebbe scoraggiare i più schizzinosi; se, però, si è disposti a lasciarsi trascinare dalla storia, a costo di cedere all’emotività, se non si punta all’assoluta innovatività e ci si aspetta una lettura scorrevole, per nulla banale e non troppo impegnativa, questo libro potrebbe riservare sorprese positive. Con una trama lineare nella sua complessità, con uno stile franco che mescola leggerezza e serietà senza tralasciare sensualità, buon gusto e amore per il bello, ma soprattutto con i tantissimi argomenti affrontati, questo libro racchiude in sé i colori di un territorio (il giallo, il rosa ma anche il nero) rivelando un Salento che, al di là della vetrina di paradiso per turisti da una settimana all’anno, è e resta terra di contraddizioni e compromessi, tra tradizione e magia, bellezza e interesse. Chicca Lopez ci insegna, qui, che per conoscerla davvero, questa terra, bisogna combatterci ogni giorno, bisogna viverla ed accettarla nella sua splendida e difficile totalità.
Recensione di Rossella Lazzari.
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Articolo protocollato da Rossella Lazzari
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