Quando un misterioso mittente di posta elettronica minaccia di rivelare il suo segreto più oscuro, Natalie Collins viaggia da Boston verso un’isola al largo della costa del Maine alla ricerca della sorella Kit. Quest’ultima, infatti, ha trascorso gli ultimi sei mesi a Wisewood, un ritiro di auto-aiuto dove è proibita ogni relazione con il resto del mondo: niente internet, niente telefoni e nessun contatto con amici e familiari. Giunta sull’isola, Nat si renderà subito conto che l’ambiente è ambiguo, ostile e respingente. Non solo nessuno vuole rivelarle nulla su Kit, ma Nat ha la netta sensazione che qualcuno la stia seguendo, controllando e ostacolando. Ma a mettersi di mezzo ci sarà anche una bufera in arrivo che rischia di impedire a chiunque di lasciare l’isola e così Nat, disperata e preoccupata, dovrà correre contro il tempo per riportare a casa la sorella che, secondo lei, è trattenuta contro la sua volontà…

Inizierei col dire che Potrebbe far male è stata una piacevole sorpresa. Non avevo letto Cara Rose Gold, il precedente della Wrobel, per cui non sapevo cosa aspettarmi. Mi sono trovata di fronte a un thriller psicologico accattivante e ricco di colpi di scena che mi ha tenuta incollata alle pagine fino alla fine, fino al disvelamento.

Il testimone del narratore passa tra Natalie, Kit e una terza donna che non viene identificata fino a oltre la metà del romanzo. Sarà quest’ultima, però, l’elemento catalizzante di tutto il plot. Noi lettori, infatti, ci troviamo subito maggiormente coinvolti da lei e dalle tragedie della sua vita. I numerosi flashback ci fanno comprendere come la sua infanzia e adolescenza siano state dominate dalla presenza di un padre che esercitava su di lei violenza psicologica e torture fisiche per “aiutarla” (a detta sua) a superare le paure e a diventare invincibile.

«Lui tirò fuori dalla tasca il suo orribile cronometro. C’era un posto al mondo in cui andava senza portarselo dietro? «Tocca la barca e il conto ricomincia da capo». Premette un pulsante. Il cronometro trillò. Io ansimavo per tentare di calmare il mio cuore martellante. Non era vero che l’acqua fosse melmosa. Era solo una mia idea. Puntai gli alluci per vedere se riuscivo a toccare il fondo. Non ci riuscivo. Immaginai le mie caviglie intrappolate dalle alghe che mi avrebbero afferrata, vidi me stessa sprofondare, sprofondare, sprofondare verso la mia dimora eterna in fondo al lago, le ciocche dei miei capelli fremere come un tappeto di alghe, la mia pelle disfarsi e diventare fiocchi di cibo per pesci, la mia carne venire spolpata fino a lasciare solo teschio e denti. Signore avrebbe raccolto quello che restava di me con una rete da pesca, la preda più grossa che avesse mai catturato. Oppure avrebbe potuto lasciarmi lì, a marcire e ondeggiare nel mio letto di limo, troppo mortificato dalla mia mancanza di spina dorsale per rivendicare il diritto ad avere i miei resti.»

Violenza genera violenza? Un manipolato può diventare manipolatore?

Potrebbe far male è un thriller solido e ben architettato dalla trama intrigante e dai personaggi credibili e ben caratterizzati.

Consiglio la lettura di questo romanzo anche perché esamina, in modo analitico, il sempre attuale tema delle sette spacciate per luoghi sani, sereni e in grado di far ritrovare la barra di navigazione a colui che si è perso nel periglioso mare della vita.

Stephanie Wrobel è cresciuta a Chicago ma vive nel Regno Unito con il marito e il cane. Ha conseguito un MFA presso l’Emerson College e ha pubblicato alcuni racconti su «Bellevue Literary Review». Prima di dedicarsi alla narrativa, ha lavorato come copywriter creativa presso varie agenzie pubblicitarie. Fazi Editore ha pubblicato il suo romanzo d’esordio, Cara Rose Gold nel 2021, e ora ha dato alle stampe Potrebbe far male.

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Potrebbe far male
  • Wrobel, Stephanie (Autore)

Articolo protocollato da Luisa Ferrero

Mi chiamo Luisa Ferrero, sono nata a Torino e vivo a Torino. Dopo una laurea in Materie Letterarie ho ricoperto il ruolo, per tre anni, di assistente ricercatore presso l’Università degli Studi di Torino e ho poi, successivamente, insegnato nella scuola per oltre trent’anni. Divoro libri di ogni genere anche se ho una predilezione per i gialli, i thriller e i noir. Le altre mie passioni sono: il cinema, il teatro, il mare, la mia gatta e la compagnia degli amici... Di recente mi sono approcciata anche alla scrittura partecipando a numerosi corsi di scrittura creativa. Il mio racconto giallo "Un, due, tre… stella!" è stato inserito nell’antologia crime "Dieci piccoli colpi di lama" - Morellini Editore (luglio 2022) e il mio romanzo d’esordio "Cicatrici", finalista alla quinta edizione del concorso "1 giallo x 1000", è stato pubblicato il 31 marzo 2023 da 0111 Edizioni. Ah, dimenticavo... dal 2016 sono non vedente ma questo, in realtà, non è un problema in quanto per dirla come Antoine de Saint-Exupéry "l’essenziale è invisibile agli occhi".

Luisa Ferrero ha scritto 121 articoli: