Premio Scerbanenco a Paola Barbato con “Mani nude”, edito da Rizzoli: questo il responso dal Noir in Festival di Courmayer. Ecco quanto riportato sul sito ufficiale:
Il romanzo traccia a tinte forti una realtà oscura e alternativa fatta di violenze sotterranee e destini emarginati ed è caratterizzato da una scrittura cupa e claustrofobica che preme sulla pagina come una cappa di piombo dalla quale i personaggi non riescono ad emergere. Ma nel suo delirante parossismo il romanzo delinea le coordinate di un mondo in cui la quotidianità diventa il miraggio a cui i protagonisti neanche provano ad aspirare dal basso del loro delirio di violenza.
La giuria, composta da Nico Orengo (Presidente), Valerio Calzolaio, Loredana Lipperini, Carlo Oliva, Gianfranco Orsi, Sergio Pent, Cecilia Scerbanenco, Sebastiano Triulzi, John Vignola e Lia Volpatti, ha inoltre deciso di segnalare Cinacittà di Tommaso Pincio, “perché mescola nella trama il senso di smarrimento e di paura del nostro presente attraverso una scrittura fortemente incisiva”.
Dopo i dubbi sulla votazione online, e la cinquina dei finalisti che testimoniava – fortunatamente – lo scarso peso della giuria popolare (il meccanismo dei voti lo spiegava molto bene Antonio Pagliaro), alla fine è arrivato questo verdetto su cui non posso esprimere un’opinione molto ragionata: facevo il tifo per La città perfetta di Angelo Petrella, ma il libro della Barbato non l’ho letto ancora: cercherò di rimediare al più presto per capire se fosse migliore o meno.
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