È da poco uscito, per Rizzoli, Prima del diluvio, l’ultimo romanzo della spagnola Dolores Redondo, tradotto da Claudia Marseguerra. Ve ne parlo volentieri, oggi, al bancone del Thriller Café.
Il libro prende le mosse da una storia vera, ma poi se ne discosta: la vicenda è quella di “Bible John”, un serial killer scozzese che tra il 1968 e il 1969 uccise tre donne a Glasgow ma non venne mai catturato né identificato. L’autrice, narratrice sempre magistrale al di là del mero gusto personale, immagina un’evoluzione diversa di questa storia: lo scaltro killer continua ad uccidere indisturbato per altri quattordici anni, fino al 1983, sempre donne avvicinate nelle sale da ballo e sempre donne con caratteristiche fisiche simili e che al momento dell’omicidio avevano le mestruazioni. C’è, nel libro, un’ulteriore, grossa differenza rispetto alla realtà: un detective dà la caccia al killer in modo ossessivo, dedicando la sua vita a scovarlo e fermarlo. Si chiama Noah Scott Sherrington e la Redondo affida a lui la narrazione di questa storia. Per Noah, l’ossessione di una vita potrebbe concludersi su un lago scozzese in una notte di pioggia torrenziale, ma il destino ha deciso che non sarà così: Scott Sherrington dovrà seguire la sua nemesi lontano da casa. Il killer viene infatti identificato già verso l’inizio del libro e tutto ruota attorno alla caccia che, invece di svolgersi in Scozia come sarebbe prevedibile, avviene in uno scenario diverso e certamente più congeniale al background dell’autrice: varie vicissitudini porteranno Bible John in Spagna, a Bilbao.
Seguiamo il detective Sherrington con interesse ed ammirazione, ma anche con profonda apprensione: non si tratta affatto di un algido uomo tutto d’un pezzo, bensì di un uomo normale, con carenze affettive, fragilità e una malattia di cui non sapeva nulla che lo limita e lo condiziona molto. Sherrington è buono, capace di provare emozioni forti, di sbagliare e di rimettersi in pista; è tenace, persino avventato, ossessionato com’è dalla cattura di Bible John… Inaspettatamente, non sarà solo in quest’impresa disperata: l’autrice gli affianca personaggi ben studiati, che le permettono di affrontare, con pochi tratti precisi, temi altrettanto importanti ed attuali rispetto all’indagine. Così, mentre seguiamo Noah sulle tracce di un serial killer, ci ritroviamo a parlare di bullismo, identità nazionale e persino d’amore.
“Prima del diluvio” è un libro corposo, audace, con cui l’autrice si assume un rischio narrativo importante, ma che gestisce tranquillamente senza incidenti o scivoloni. La narrazione è lenta, la scrittura dettagliata e precisa, l’insieme godibilissimo ed interessante nonostante la crudezza di certe scene. Personalmente ho trovato questo romanzo un po’ meno appassionante dei precedenti della Redondo, ma comunque si tratta di una lettura interessante che, nonostante le perplessità inziali, ha finito per conquistarmi.
Nata a Donostia nel 1969, l’autrice basca ha scritto, tra gli altri, thriller come Tutto questo ti darò (2018) e la bellissima trilogia del Baztàn, composta da Il guardiano invisibile, Inciso nelle ossa e Offerta alla tormenta, completata dal prequel Il lato Nord del cuore. Se non la conoscete ancora, Dolores Redondo è proprio una scrittrice da scoprire.
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