Arriva un po’ in ritardo questa recensione, ma spero che l’attesa ne sia valsa la pena! Soprattutto perché il romanzo di cui sto per parlare vi farà fare un vero e proprio salto nel passato, quando Malet lo pubblicava in Francia per la prima volta.
Primo piano sul cadavere (Fazi Editore, 2020, traduzione di Federica Angelini) è il romanzo dello scrittore Léo Malet con cui hanno inizio le vicende di uno degli investigatori privati più amati dal pubblico noir francese e non solo.
Cosa ci fa Nestor Bruma in uno studio cinematografico, tra le mani di un truccatore russo che è capace di renderlo irriconoscibile?
Lavora, ovviamente: ha bisogno di celare la sua vera identità per proteggere l’ultimo cliente che ha chiesto il suo aiuto, il famoso Faverau. L’attore ha infatti ricevuto minacce di morte e teme per la propria vita.
Data la fama di donnaiolo, Burma sospetta che Faverau si sia inimicato il padre di qualche ragazza a cui ha spezzato il cuore. Sarebbe facile pensarlo, vista la fila di donne che si è lasciato dietro per tutta Parigi.
Eppure non c’è tempo per le congetture: l’attore muore davanti agli occhi dell’investigatore privato che, adesso, deve cercare l’assassino in una caccia serrata tra le varie insidie del set cinematografico.

Finora inedito in Italia, Primo piano sul cadavere rappresenta la primissima indagine di quello che sarà il detective più geniale di Parigi.
Per chi non ha già letto qualcosa di Malet, Nestor Burma è un personaggio ironico, una vera e propria canaglia a cui non si può fare a meno di sorridere, con un occhio di riguardo per il mondo dei peccatori che incontra sulla sua strada.
Il romanzo, tradotto per la prima volta in Italia, ci mostra come Burma si districa nell’omicidio e tutta la serie di eventi che hanno portato alla nascita della sua agenzia, la Fiat Lux.
Altra chicca è la presenza di Marc Covet, giornalista incallito che ci verrà riproposto da Malet nel corso di tutti gli altri romanzi con protagonista lo stesso Burma.
Il punto di forza di questo romanzo è il racconto di un investigatore giovane e insicuro, ancora inesperto, privo di trucchi. Acerbo è la parola giusta per descriverlo, agli albori della sua carriera piena di successi.
Il romanzo  è ovviamente ambientato tra i corridoi del set cinematografico su cui Faverau stava lavorando, in una Parigi noir e misteriosa, tutta da scoprire.
Tra cupidigia, egoismi e dolori vari, il filo delle vicende passa da un personaggio all’altro, il quale agisce come se fosse sopra di un palcoscenico. Donne deluse, uomini dal passato scabroso: tutti hanno il proprio ruolo, le proprie battute da recitare.
Un romanzo potente, in cui ogni dettaglio è un invito a perdersi tra le righe insieme a Nestor Burma.
Nulla è stato lasciato al caso, ve l’assicuro, e ogni particolare fornisce un tassello in più nell’intricata trama che a Malet piace raccontare.
Con questo suo primo romanzo, con il quale Burma riscosse successo tra il pubblico francese, Malet ha potuto costruire tutta una serie di personaggi rimasti nell’immaginario collettivi, i quali hanno anche preso vita in una serie televisiva.
Un romanzo da non perdere!

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Primo piano sul cadavere
  • Malet, Léo (Autore)

Articolo protocollato da Davide Pietrafesa

Sono Davide, studente fuori sede classe ’98, e mi piace definirmi uno scrittore in erba. Scrivo per esplorare gli infiniti spazi della mente umana; forse è per questo che i miei personaggi sono grigi, cinici e abbastanza problematici. Amo leggere ogni genere di romanzo, macinare pagine e pagine d’inchiostro. Devo questa fortunata passione alla mia famiglia, la quale mi ha sempre incalzato a perdermi tra le righe. Nutro un amore sconfinato per la storia e la scienza, cosa che spesso mi spinge a fantasticare sulla reincarnazione e su come poterne dimostrare l’esistenza. Per il resto, sono un convinto ambientalista, amo l’inverno e la mitologia. Puoi trovarmi su Instagram, segui @_d.have

Davide Pietrafesa ha scritto 23 articoli: