Elizabeth George torna nelle librerie italiane con Punizione, il nuovo romanzo e ventesimo nella celebre e celebrata serie dell’Ispettore Lynley.
Il volume è apparso in lingua originale con il titolo di The Punishment She Deserves e Longanesi lo pubblica nella collana La Gaja Scienza con la traduzione di Annamaria Biavasco e Valentina Guani.
L’ultima volta che abbiamo avuto il piacere di incontrare la talentuosa autrice statunitense risale a fine 2015 per il suo Le conseguenze dell’odio, e Punizione condivide con il suo predecessore un avvenimento tragico e devastante quale il suicidio, anche se esso è impiegato in modo assai diverso nei due romanzi.
Ecco quindi che dopo due anni e mezzo torna nuovamente l’ormai oliato ed efficace duo rappresentato dal sergente Barbara Havers e dall’Ispettore Thomas Lynley. Quest’ultimo è ormai uno degli investigatori dalla carriera più lunga e onorata ancora in attività e circolazione, visto che l’abbiamo incontrato per la prima volta nel 1988 in E liberaci dal padre (A Great Deliverance).
Punizione, che raggiunge le 682 pagine, ha ottenuto al momento critiche favorevoli e un ottimo riscontro da parte del pubblico, con parecchi fra i fan più fedeli che lo hanno accolto come uno dei migliori titoli in assoluto dell’intero ciclo. Ciò avviene probabilmente anche a causa di un uso particolarmente azzeccato di alcuni personaggi secondari, in particolare Isabelle Ardery, divisa fra i problemi creati dal suo marito e quelli che riguardano l’alcol.
Tornano anche altri personaggi noti della serie: andiamo a studiare un po’ più attentamente la trama di Punizione.
Ian Druitt, diacono di Ludlow, muore mentre si trova in custodia cautelare, accusato di un crimine particolarmente odioso. Tutto lascia pensare che si tratti di suicidio, ma un membro del Parlamento insiste presso New Scotland Yard insiste affinché si indaghi a fondo e Barbara Havers viene inviata nel borgo medievale insieme a Isabelle Ardery. Nonostante ogni sforzo tutti gli indizi sembrano indicare che l’uomo si sia davvero tolto la vita, e Havers inizialmente getta la spugna, anche se l’intuito le suggerisce altrimenti.
Serve uno scossone, un cambiamento di rotta nel metodo investigativo e in definitiva occorre che alle sensazioni di Havers vengano affiancate la lucidità e indipendenza di un investigatore in grado di questionare condotta e operato dei colleghi e svelare la fitta rete di trame e inganni che ha costretto e condotto alcuni membri delle forze dell’ordine a nascondere parte della verità. Serve, in sostanza, che Thomas Lynley raggiunga la collega a Ludlow e che i due tornino a scavare fra le connivenze della polizia e alcuni ambienti della cittadina, i cui abitanti sono in larga parte pensionati e studenti, per riuscire a capire e svelare cosa sia accaduto realmente a Ian Druitt.
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