“Il cielo ti cattura all’istante. Mediterraneo, ipnotico. Una vertiginosa distesa di blu intenso. L’aria era limpida, priva di umidità, attraversata qua e là dal volo dei gabbiani sopra il battello. Uno yacht di quarantacinque piedi che dondolava nello sciabordio regolare delle onde argentate“.
È questo l’incipit del nuovo giallo di Guillaume Musso, “Qualcun altro“, pubblicato da La nave di Teseo nella collana Oceani e tradotto magistralmente da Sergio Arecco. Ed è questa la cornice di un truculento omicidio. Una donna, ormeggiato il suo yacht a sei miglia dalla costa davanti a Cannes, cerca di godersi una pausa da problemi e responsabilità. La sua solitudine, però, viene presto turbata: avverte una presenza, si sente osservata, sente di non essere più sola, presente la minaccia. Mentre perlustra il natante un colpo la tramortisce, ma prima di finire in coma fa in tempo a vedere il volto del suo aggressore. La donna è Oriana Di Pietro, ricca editrice ed ex giornalista italiana, erede di un immenso patrimonio, sposata col pianista Adrien Délaunay, madre di Paolo e Sofia. Ma chi è, invece, il suo aggressore? Sul caso indaga la CRIM di Nizza, ed in particolare la Comandante Justine Taillandier, poliziotta capace, ma provata da due anni difficili e troppo incline a stordirsi di farmaci per mantenere un labile equilibrio. Riuscirà Justine, dalla nebbia della sua vita, a far luce sulla morte di un’altra donna, per giunta così in vista? Certo è che il primo sospettato è proprio il marito, il famoso pianista. Ma via via che l’uomo non confessa, sempre nuovi dettagli emergono dal passato e si fanno strada altre ipotesi, figure emergono dall’ombra, molto più sfuggenti ed inafferrabili.
“Qualcun altro” è un romanzo che può trarre in inganno: sembra una storia già letta, tutta gossip e rotocalchi, un polpettone trito e ritrito, un gialletto d’evasione (per quanto possa esserlo la storia di un omicidio, seppur inventato), invece tra le sue pagine si celano sorprese, illusioni, tranelli pronti a stupire chi voglia leggerlo con troppa superficialità. Una prosa scorrevole ed una altrettanto buona caratterizzazione dei personaggi non preparano il lettore a quanto scoprirà nel finale che, va detto, è controverso e forse persino opinabile… come finirà questa storia non è scontato e potreste non essere d’accordo con la scelta dell’autore. Scelta, tuttavia, assolutamente coerente: in tutto il libro Musso dissemina minuscoli indizi, perline di informazioni che svelano il suo intento. Ce ne sono persino nel titolo, ma sono così difficili da cogliere che ho dovuto fermarmi a rifletterci per parecchio tempo dopo aver richiuso il libro. Personalmente, è la prima volta che leggo qualcosa di Musso e devo dire che non mi è dispiaciuto: non ho certo trovato il mio nuovo autore preferito del genere, ma un buono scrittore che sa creare libri non banali, che funzionano e che danno da pensare, anche al di là della storia o della sua evoluzione. Non male questo Musso, davvero.
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