Marina Di Guardo, scrittrice classe 1961, torna con un altro romanzo ad alto tasso emotivo. Quello che ti nascondevo è un thriller psicologico che si dipana su due diversi livelli: da una parte il mistero per delle morti violente, dall’altro il dolore e il tormento del protagonista che di punto in bianco scopre che la sua vita precedente era tutta un inganno..
Non è la prima volta che Marina Di Guardo si cimenta con il genere thriller. Ex vicedirettrice dello showroom di Blumarine ha esordito nel mondo letterario nel 2012 con il romanzo L’inganno della seduzione, tuttavia ha esplorato anche generi differenti, facendosi notare per la sua poliedricità e la sua grande capacità descrittiva.
Quello che ti nascondevo si apre con due misteri: il primo è il finto suicidio di una donna, Giuditta, inscenato da un assassino freddo e calcolatore. Il secondo riguarda la vita di Allegra, defunta moglie del protagonista, Giacomo, imprenditore ricco e noioso. Due storie apparentemente sconnesse destinate ad intersecarsi in modo sorprendente.
Un anno e mezzo dopo la morte della moglie, in seguito ad una caduta da un dirupo mentre faceva jogging, Giacomo scopre casualmente che lei aveva un amante. In totale stato di shock decide di fare chiarezza su questa parte del passato della moglie, anche a costo di scoprire che tutta la sua vita matrimoniale è stata un inganno.
Scopre così che sua moglie si vedeva con il suo amante in un hotel a cinque stelle sito sul lago Maggiore, il Relais Villa Saurio. Giacomo vi si reca senza sapere che quello che troverà sarà molto più sconvolgente di un tradimento.
La penna della Di Guardo traccia in maniera magistrale il carattere psicologico del protagonista. Giacomo è un uomo ordinario, non certo un investigatore da romanzo. Proprio questo suo essere un tipo comune dà forza a tutto il racconto poiché spinge il lettore a immedesimarsi nel protagonista e a vivere in prima persona le sue ansie e i suoi turbamenti.
Tutto ciò che viene vissuto dal protagonista finisce dunque per essere moltiplicato all’interno delle pagine proprio per lo scambio che avviene tra lettore e personaggio.
Quando Giacomo ritrova la serenità con Elena, la receptionist del’hotel, quella felicità finisce per trasmettersi a chi legge come se la storia si sviluppasse attraverso la realtà virtuale.
Il grande merito dell’autrice è proprio quello di far vivere la realtà di carta in maniera vivida senza alcun tipo di ausilio tecnologico. La storia finisce per dipanarsi in un crescendo di tensione, dove perfino gli attimi di relax vengono visti con sospetto in attesa di una «fregatura». Quello che ti nascondevo risulta dunque essere un romanzo che scava nelle paure più profonde della gente comune, analizzandone le reazioni e gli sviluppi. Leggendo questo romanzo il lettore non può fare a meno di chiedersi: «Come reagirei se mi trovassi al posto di Giacomo?»
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