Quello era l'annoQuello era l’anno (titolo originale The Given Day), nuovo romanzo di Dennis Lehane, recensito oggi su ThrillerCafé. Il maestro del thriller di Boston ci propone questa volta un libro che valica i confini del genere e s’impone come la grande storia di coloro che imparano le vere conseguenze delle richieste di cambiamento e di affermazione dei propri diritti, in un mondo impegnato a sminuire tempo e fatica.

Titolo: Quello era l’anno
Autore: Dennis Lehane
Editore: Piemme
Traduttore: Lonza G.
Anno: 2009
Pagine: 621

Trama in sintesi
Danny e Luther sono due persone completamente diverse. Un bianco e un nero, un agente di polizia e un fuggiasco che si ritrova a Boston a seguito di un regolamento di conti finito nel sangue. Boston sarà il palcoscenico della loro amicizia, un legame che si farà sempre più solido proprio nel momento in cui le certezze della società del primo dopoguerra sembrano sgretolarsi. Per le strade, infatti, anarchici, insurrezionisti e terroristi di ogni genere preparano le proprie strategie per abbattere il sistema mentre, nel Boston Social Club, neonato sindacato delle forze di Polizia, si comincia a imparare lo strumento più democratico ma anche più pericoloso per rivendicare i propri diritti: lo sciopero.
Mentre Danny e Luther combatteranno la stessa guerra seppur calpestando campi diversi, le loro vite cambieranno e forse i ruoli che la società ha troppo frettolosamente affibbiato ai protagonisti del tempo saranno destinati a cadere inesorabilmente.

Ci aveva abituati bene Dennis Lehane con i suoi thriller al fulmicotone (Pioggia nera, L’isola della paura e il monumentale Mystic River – la morte non dimentica), ci aveva colpito con il suo stile asciutto e perfettamente calibrato, con i suoi intrecci mai scontati e ricchi di suspense. Oggi Lehane è diventato un altro autore. Non fraintendiamo, Lehane è sempre perfettamente riconoscibile nonostante tenti di nascondersi tra le righe della sua ultima fatica letteraria. L’autore, fino ad oggi concentrato nella stesura di grandi romanzi thriller – a mio personale avviso già classici del genere – valica il confine e ci regala un’opera che merita di entrare nel novero dei grandi romanzi di narrativa, senza classificazione di genere. Quello era l’anno è anzitutto un libro di gran classe. Lehane riesce a mescolare tutti ingredienti appetitosi ma di non facile assemblaggio all’interno di una trama basata su un importante evento storico: il grande sciopero della Polizia di Boston nell’immediato dopoguerra. Intorno a questo nucleo centrale ruotano le vicende di due personaggi, Danny e Luther. Sebbene apparentemente agli antipodi, i due scoprono di essere avvinti da un invisibile cordone ombelicale che sfocerà in una grande amicizia. Un bianco e un nero, un poliziotto e un fuggiasco, due uomini a cui la società del tempo non consentiva di sedersi allo stesso tavolo diventano oggetto di una riflessione sociologica. Se, infatti, Luther sembrerebbe destinato a soccombere di fronte a un potere bianco difficilmente eludibile, il suo personaggio subirà un’evoluzione tale da costringere chi gli ruota intorno a rivedere certi preconcetti fino al punto da iniziare a temerne il carattere stoico e per nulla arrendevole. Danny, dal canto suo, tra ricatti famigliari e un amore per nulla scontato per una bella irlandese, si troverà a dover difendere ideali che probabilmente non avrebbe neppure creduto di avere nell’anima.
Sullo sfondo, una galleria di personaggi assolutamente indimenticabili: da Eddie McKenna al padre di Danny, Thomas, a Tessa e al suo desiderio di distruggere il capitalismo a suon di detonatori, ai sindacati e alle guerre di quartiere tra chi ha e chi non avrà mai il potere.
A osservare tutto dalla sua torre d’avorio, forse meno solida di quanto pensasse, Babe Ruth, il grande campione di baseball che funge da perfetta metafora della condizione di solitudine del vincente senza vita.
Stilisticamente impeccabile, Lehane dimostra di essere un autore a tutto tondo, capace di svestire i panni di moderno autore thriller per indossare quelli di attento sociologo oltre che di documentato storico americano. Il tutto, non possiamo che ribadirlo, con la tecnica che ne ha fatto uno degli autori più apprezzati degli ultimi anni.

Luca Marchesani

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