Un piccolo gioiello, ecco cos’è Rose Royal.

È la perfetta testimonianza del fatto che chi sa scrivere bene, non ha bisogno di sfornare un tomo di mille pagine, magari pieno di divagazioni per allungare il brodo o ricco di descrizioni infinite che non aggiungono nulla alla storia.

Nicolas Mathieu ha ben chiaro il taglio che vuole dare a questa storia e lo si capisce già dalle prime venti pagine, che sono già dense di tutto, sono pura poesia.

Rose Royal è un racconto diviso in tre parti. È la storia di Rose, una donna di quasi cinquant’anni, l’età più complicata. Il momento in cui il genere femminile inizia a farsi mille domande sull’aspetto fisico, nell’incertezza su come andare avanti nel migliore dei modi. Ma Rose non se ne fa un cruccio, non sfiorisce e attira ancora gli sguardi, anche se “qualche ruga complicava la bocca”.

“Al suo passaggio il flusso delle auto ebbe come un’esitazione, un’increspatura nella fiumana delle sei di sera, e un tizio barbuto su una Ford Escort diede un colpo di clacson, tanto per fare. Ma Rose non lo sentì.”

L’autore ha la capacità di descrivere la protagonista del suo romanzo in modo poetico, elencando sì le sue caratteristiche fisiche, ma utilizzando una narrazione armoniosa che calza perfettamente al personaggio. È inevitabile provare empatia e affetto per Rose, ci si può tranquillamente immedesimare. Come tutte, ha i suoi vizi, i suoi difetti, le sue abitudini e i suoi strazi. Ha avuto a che fare troppe volte con uomini difficili che l’hanno fatta sentire inadeguata, che sono stati cattivi, violenti. Ed è proprio a causa di tale Thierry, uno di questi soggetti, che un giorno decide di acquistare una pistola calibro 38, averla tra le mani le dà subito più sicurezza.

“Era eccitante. Immaginava la sua faccia, i suoi latrati, e poi il suo sguardo quando si sarebbe trovato di fronte la bocca nera della rivoltella. Si sarebbe visto, allora, da che parte stava la forza. Di cretini, di bruti, di bastardi ne aveva conosciuti tanti. […] Grazie alla rivoltella avrebbe detto stop al solito andazzo.”

Rose è una donna indipendente che lavora come segretaria e che, ogni sera alle sette, si prende i suoi spazi, rifugiandosi al Royal, un locale dall’arredamento Seventies, legno e finta pelle blu, in cui “la clientela poteva variare, la musica restava il rock”. É proprio tra una birretta e l’altra che Rose incontra Luc per la prima volta, in circostanze che tramutano una serata di svago in un momento tragico, ma allo stesso tempo magico per loro due.

La prima parte del romanzo, quindi, ci fa conoscere l’aspetto caratteriale di Rose e l’incontro con Luc, attraverso la creazione di un’atmosfera così gradevole, nonostante la tragicità degli eventi, che, grazie anche all’eccellente uso di metafore che rendono la trama scorrevole e suggestiva, non si può far altro che proseguire la lettura senza sosta.

“In quel momento, qualcosa fuori si spezzò. Tutti si guardarono. Non era niente di preciso, uno strappo nel tessuto dell’istante, ma trenta corpi si erano immobilizzati subito, la gioia spazzata via di colpo. I secondi caddero come gocce d’acqua in un lavandino di metallo.”

La continuazione della storia, insieme al finale devastante, porteranno il lettore ad inevitabili riflessioni, perché il tema trattato è tristemente attuale. L’escalation di una storia d’amore, che probabilmente di amoroso non ha più di tanto. Un rapporto vissuto durante un’età che non ha molte pretese, in cui spesso ci si accontenta, dove molte, troppe volte si sta in silenzio.

Leggere Rose Royal è come sedersi affamati al tavolo di un ristorante e non poter fare a meno di divorare le tre parti – antipasto, primo e secondo piatto. Dessert? No, grazie.

Recensione di Erika Giliberto.

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Rose royal. Ediz. italiana
  • Mathieu, Nicolas(Autore)

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