Alberto Paleari è l’autore recensito oggi su Thriller Café. Abbiamo letto per voi il suo nuovo romanzo edito da Fandango, Saranno infami.
Ho dovuto rileggerlo questo libro di Alberto Paleari, perché la prima volta non mi aveva convinto. Non so, forse il linguaggio, la trama, la stessa copertina… però qualcosa mi diceva di capirlo meglio anche se la storia non ha nulla di astruso.
Dalla rilettura, il libro n’esce sicuramente bene, anzi, molto bene e questo perché non comprendevo che Saranno infami, è un romanzo contemporaneo, scritto con il nuovo linguaggio di una generazione digitale lontana anni luce, dalla mia adolescenza. Ecco spiegato l’errore: L’ho letto dentro il mio mondo attuale.
Il romanzo tratta del bisogno giovanile di crescere in fretta ed emergere dalla massa, e ti porta inevitabilmente a fare paragoni generazionali.
Noi cinquantenni, con pancia, calvizie e lavoro da sedia, ingoiati da tasse, mutui, famiglia eccetera, spesso non afferriamo il senso del nuovo, o peggio, non diamo importanza al disagio di alcuni giovani che ci crescono accanto, in un mondo parallelo e digitalizzato pieno di parole strane come: Tag, follow, condividi ed altro, parole che per noi possono non significare nulla, ma che per questa nuova generazione, si traducono in cose essenziali.
Anche noi adolescenti abbiamo sentito il bisogno di crescere in fretta o di fingerci grandi magari fumando a 13 anni nei bagni della scuola, ma all’epoca avevamo poche distrazioni, poche scelte ed il mondo non era quello di adesso. Oggi tutto è alla portata di un clik. Oggi i nostri giovani hanno una vasta gamma di scelta per sentirsi grandi e rovinarsi la vita.
Noi avevamo poche soluzioni, poche distrazioni e ancora molto poco era a nostra disposizione per emergere, per diventare famosi. Ci voleva il talento, la genialità (ed anche la solita spintarella). Oggi è tutto inversamente proporzionale perché emergere dalla massa sembra, e ripeto, sembra molto più facile. Internet e i social network aiutano fino a diventare indispensabili, ma occorre che ti “followano”, che ti “condividono” oppure che ti mettono “mi piace”. Ecco Astrid, la giovane protagonista di Saranno infami, ha questo problema: deve emergere, deve diventare famosa. Per far questo ha bisogno di un milione di “mi piace”, ma non ha particolari qualità per emergere ed è insofferente a questa condizione di mediocrità. Lei deve venir fuori a tutti i costi dalla massa. Vuole il successo. Deve avere il successo. Per far questo l’aiuterà Ivan, il suo ragazzo, coetaneo e anche lui omologato al disagio della condizione adolescenziale, alla ricerca di valori alternativi. Lui ama Astrid. Si fa circuire. La subisce. È la spalla ideale. Accetta ogni provocazione anche illegale per farla felice a raggiungere un milione di “mi piace”, per farla diventare più famosa di Gesù. Gioia effimera, agognata fino alla pazzia di un finale imprevedibile, tragico e geniale.
Lo stile letterario di Paleari è secco, realistico, scorrevole e con dialoghi che ben rappresentano il disagio giovanile di ragazzi di periferia definibili come “nativi digitali”. La sua prosa è bella, contemporanea. Ricca di riferimenti reali a questo nuovo universo da analizzare, partendo dai dialoghi e dai “post”, riportati nell’esatto schema di conversazione dei social network come Facebook e Twitter, e con quello stupido linguaggio sincopato fatto da nn, x, ke ed altre consonati killer di vocali.
In definitiva Saranno infami è un romanzo che getta uno sguardo acuto sulla crisi di questa nuova generazione digitale con le sue disattese aspirazioni di vita, non ancora analizzate come fenomeno sociale contemporaneo.
Con un editing più curato soprattutto all’inizio del romanzo, Paleari avrebbe potuto superare di gran lunga il buon giudizio che gli ho dato, ma ripeto che nel complesso Saranno infami resta sempre una bella lettura.
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