Romanzo di Don Winslow uscito nel 2011, oggi recensiamo per voi Satori; se non l’avete letto, vi consigliamo di rimediare…
Il prequel postumo di un romanzo di Trevanian.
Già così la cosa si fa complicata.
Perché, in effetti, Satori è un romanzo complicato.
Tentacolare, è stato definito. E va bene, se volgiamo indorare la pillola.
E non è neanche una brutta storia, o un brutto libro, per carità.
Non esistono, allo stato attuale dell’arte, libri di Don Winsolw che possono essere definiti “brutti” o “scadenti” o vedete voi.
Semplicemente, Satori è un corpo estraneo alla produzione Winlsowiana, il classico libro non identificato.
Ed il perché è, chiaramente, immaginabile.
Satori è la storia di un giovane Nicolaj Hel, ambientata prima di Shibumi (Il ritorno delle gru) di Trevanian (prequel) ma scritta dopo la succitata opera (postumo), ed anche dopo la morte di Trevanian.
Una sfida non indifferente, quella accolta da Winslow.
Una sfida vinta, tra l’altro.
Perché Satori si avvicina molto allo stile di Trevanian, alla storia da “intrigo internazionale”. E dietro c’è (e si vede) un lavoro di ricerca e analisi non indifferente.
Winslow riesce a ricreare perfettamente l’oriente anni ottanta neanche avesse preso parte ad un’edizione di Pechino Express.
Ed anche il suo Nicolaj Hel, meno esperto ma non per questo meno letale di quello di Trevanian, regge il confronto – ed alla grande- con l’originale.
Il lettore aficionado di Winslow, quello che ha nella mente Il potere del cane, La pattuglia dell’alba e la saga di Ben e Chon, chiaramente, si troverà un po’ (tanto) spiazzato di fronte ad una scrittura meno immediata, più… “tentacolare”… meno Winslowiana, insomma.
Anche il gran numero di personaggi rischia un po’ di spiazzare il lettore, leggermente disorientato dall’incredibile quantità di nomi e characters spesso solamente accennati, che fanno capolino un paragrafo più in là, ora muoiono, ora sparano.
Piatti? No, chiaramente. Winslow è uno che ci sa fare, e sa che spesso nella narrazione il non detto è meglio del troppo detto.
Mal delineati? Neanche.
Semplicemente… troppi.
Certo, si potrebbe ribattere, anche in Morte e vita di Bobby Z. c’era una sinfonia di figure che coinvolgeva il lettore come al centro di un vortice diegetico.
La differenza, però, è che in Morte e vita di Bobby Z., i personaggio erano personaggi americani, facilmente identificabili, Hell Angels o padroni della droga.
Qui, invece, siamo di fronte ad una parata di cambogiani, vietnamiti e Cinesi, tutti molto simili per caratterizzazione e nominativo.
Se ne esce un po’ confusi, ma vivi, non vi preoccupate.
E’ un Winslow che gioca un po’ a nascondino, ma sempre una buona lettura.
Satori, un po’ a sorpresa, è uscito per Bompiani e non per Einaudi che aveva pubblicato tutti i libri di Winslow finora, ma chissà che la novità non sia apprezzata, dato che l’editore ha dedicato un minisito al libro, dove potete trovare incipit e booktrailer: vi consiglio di darci un’occhiata.
Ti è piaciuto l'articolo? Iscriviti alla newsletter
Inserisci la tua email e riceverai comodamente tutti i nostri aggiornamenti con le novità, le anticipazioni e molto altro.