scrivere-mysterySiamo arrivati all’ultima puntata di Scrivere un mystery con Gillian Roberts. Oggi concluderemo illustrando come depistare il lettore senza giocare sporco. Per chi non ne fosse a conoscenza, ricordo che i capitoli precedenti sono disponibilii nelle pagine dedicate alla scrittura thriller di Thriller Cafè.

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Nascondere indizi.

Uno dei piaceri di un mystery è la gara tra il lettore e l’investigatore per chi risolverà l’enigma prima. Il lettore vuole perdere, ma non vuole scoprire di essere stato ingannato non avendo ricevuto tutte le informazioni di cui dispone il detective.

Il lettore non è vostro nemico. Gioca la partita con voi, quindi giocate pulito. Non nascondete volutamente le informazioni. Niente fa stizzire niente di più che leggere “E improvvisamente capii cosa significavano quelle parole pronunciate in punto di morte”. E poi… silenzio.
Il detective sa e voi no, ed è irritante come una presa in giro. E’ scorretto mentire per omissione, avere un investigatore che non dice niente di rilevante su cosa ha notato o appreso. Ed è scorretta una soluzione del mistero che dipende da informazioni esoteriche che non avete mai spiegato nel testo.

Per giocare pulito e mantenere lo stesso il lettore nel dubbio, prendete in prestito i trucchi di un altro esecutore che nasconde le cose tenendole in vista: il prestigiatore. E’ una questione di distrarre l’occhio, distogliendo l’attenzione e dirottandola altrove.

Una tattica è quella di sottolineare una cosa, mentre l’effettivo elemento di importanza, l’indizio in attesa, riceve poca enfasi. Se ciò avviene, il lettore può sorvolare sul dettaglio importante e perderne il significato. Considerate questo esempio:

“Wow”, disse Gladys. “Questo vaso deve essere costato un milione di dollari.”
Non avevo idea di ciò che stava guardando. Controllai il caminetto, ma era pieno di fotografie di generazioni della famiglia Smythe, tutte bruttine. Diedi un’occhiata allo scaffaletto nell’angolo, ma era zeppo della collezione della signora Smythe: porcellane di uccelli, soprattutto rapaci, falchi e un Falcone Maltese. Infine, notai il vaso, e non riesco a immaginare il motivo per cui ci misi tanto a vederlo – era alto quattro piedi alti e pieno di penne di pavone.

Se non avessi messo su il falco maltese sullo scaffale, ve ne sareste accorti? E’ l’indizio in attesa, ma il lettore è in cerca di un vaso, è concentrato di esso. Però il lettore “l’ha visto” e lo scrittore è stato corretto.
Un indizio può essere qualunque cosa – un’azione, un gesto, una maniera di parlare. In particolare se, in un modo sottile che l’investigatore nota (ma il lettore non necessariamente), esso non “calza” con il modo in cui la persona presenta se stesso o la sua storia.

Un buon modo di nascondere informazioni importanti è quello di programmarlo in anticipo. Supponiamo di apprendere qualcosa su un personaggio prima che si trasformi in un assassino o un cadavere. A quel punto, ci manca un quadro di riferimento con cui realizzare il significato dell’informazione. Solo a posteriori i puntini di sospensione possono essere collegati, ed questo è il motivo per cui i detective sembrano avere una memoria immensa, un dono che pochi lettori hanno.

“Ruotate” l’indizio. Fate sì che sembri servire a uno scopo diverso da quello reale. Oppure fatelo fraintendere al vostro protagonista (almeno per un po ‘di tempo). Dopo tutto, gli indizi sono solo fatti strappati al ciclone di dati sensoriali che ci bombarda. Pertanto, se l’investigatore si rende conto del fatto, ma non del suo significato reale, avete giocato pulito.

Un’altra tecnica è quello di rompere l’indizio in più parti e disperderne i pezzi. In una parte del romanzo, potremmo ottenere un dato che non sembra significare molto. In un’altra, un’altra informazione che in realtà si riferisce alla prima, ma non sembra fino a un secondo momento. E così via. (E, naturalmente, non date i frammenti nel loro ordine logico. Mescolateli.)

A volte, la chiave è quello che non c’è o non accade: per esempio, il cane di Conan Doyle che non abbaia nella notte. In Cinque piste false (Five red herrings) di Dorothy Sayers c’è una scena dove sono elencati i tubetti di vernice sul pavimento di uno studio. Quello che non registreremo è che il bianco non è uno dei colori elencati, e dal momento che il quadro sul cavalletto è pieno di nuvole, forse non è stato fatto lì, oppure da quell’artista.

È possibile anche nascondere indizi in bella vista. Supponiamo che la vostra vittima sia stata uccisa da un oggetto contundente che sembra mancare dalla scena. Mostrate un sacco di strumenti alla portata degli indagati in tutto il romanzo: martelli a penna, una lastra di granito in attesa di essere posizionata; un mattarello (il cosciotto di agnello congelato dal classico Roald Dahl su Alfred Hitchcock Presenta.) Mostrate, forse, qualcosa che è stato trattato con un oggetto contundente: un pezzo di metallo martellato in un laboratorio d’arte, o carni bovine battute. (E disperdete questi oggetti – il pezzo d’arte è in un posto, e gli è data scarsa importanza, il fatto che qualcuno è un artista è in un altro luogo, l’idea che quel particolare artista utilizza martelli sul metallo si trova in un altro contesto ancora…)

Aggiungete un problema di tempo: dove era la lastra di granito al momento dell’omicidio, chi aveva il mattarello, il martello a penne, quando… produrrete un sacco di fumo e specchi in cui seppellire la vera e propria arma, e vi sentirete sia onesti che intelligentemente ingannevoli.

Qualcosa nascosto in bella vista può essere un elemento incongruo presentato in maniera minimale e quindi riconsiderato – una sorta di realizzazione: “aspetta un minuto!”. In uno dei primi episodi di Homicide: Life on the Street un sospettato biondo non si trovava, e solo un riesame (dopo aver visto delle foto segnaletiche) aveva fatto capire al detective che le sopracciglia di quell’uomo erano troppo chiare. I suoi capelli erano stati tinti di scuro, ma non le sopracciglia. Avevano trovato quindi il loro sospettato.

Un altro trucco: se dite a qualcuno di fare attenzione a qualcosa, raramente si ricorderà di ciò che ha preceduto il momento che aspettava. Supponiamo che il vostro detective dica che è importante notare chi è mancino in un gruppo. Poi mostrate un sospetto che utilizza la mano sinistra per scrivere, ma immediatamente prima inserite quello che desiderate non far cogliere al vostro lettore.

Un altro elemento di distrazione sarebbe quello di avere un grosso avvenimento immediatamente dopo che un indizio è stato presentato. Nel caos che segue, l’informazione si perderà nella mente del lettore.

Consiglio da ricordare: se state usando più di un punto di vista, state attenti a chi conosce cosa. È possibile che stiate facendo aumentare la tensione mettendo il lettore a conoscenza di qualcosa che il detective non sa. Questa è una buona idea, ma assicuraratevi che l’investigatore poi non basi nulla su tali informazioni.

Inoltre, è utile a volte stampare il manoscritto ed evidenziare gli indizi che avete lasciato e necessitano di spiegazioni. Potrebbe aiutarvi a essere sicuri che l’abbiate fatto.

E con questo è proprio tutto. Adesso, buoni giochi di prestigio!

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Il corso in 13 lezioni You can write a mystery di Gillian Roberts ospitato su ThrillerCafe termina qui. Vi sarà utile per scrivere il vostro romanzo?

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Articolo protocollato da Giuseppe Pastore

Da sempre lettore accanito, Giuseppe Pastore si diletta anche a scrivere e ha pubblicato alcuni racconti su antologie e riviste e ottenuto vittorie e piazzamenti in numerosi concorsi letterari. E' autore (assieme a S. Valbonesi) del saggio "In due si uccide meglio", dedicato ai serial killer in coppia. Dal 2008 gestisce il ThrillerCafé, il locale virtuale dedicato al thriller più noto del web.

Giuseppe Pastore ha scritto 1638 articoli: