Oggi al Thriller Café vi parliamo di Senza di te, un romanzo di Ivo Tiberio Ginevra, edito da I Buoni Cugini Editori.
Quando il cellulare squilla alle quattro di mattina, il Commissario Mario Falzone sa già che qualcuno è morto. Quello che ignora è che il caso che dovrà risolvere finirà per cambiargli la vita. C’è una psicologa che si è impiccata alla ringhiera di una scala, ma è un suicidio strano: troppi i dettagli che non quadrano. A sostenerlo è il medico legale, l’affascinante Caterina Arcoleo. Per Falzone è amore a prima vista: basta un suo sorriso per consegnarlo “al custode dei pazzi”. Convinto dalla tesi della bella Katia, il commissario la accompagnerà in un’indagine sospesa tra amore e morte.
La vita di Falzone è tutt’altro che serena: le schermaglie legali con la sua ex-moglie, da lui gentilmente soprannominata “la strega”, gli impediscono di vedere i suoi due figli quanto vorrebbe e gli avvelenano l’esistenza. L’avventura con la giovane coroner rappresenta per lui una boccata di aria fresca, ma anche un inferno di pene di amore e gelosie in cui si trova scaraventato suo malgrado.
Intanto, per le strade di Scrafani è scoppiata una guerra di mafia. Le famiglie locali hanno assassinato un magistrato della procura, e le ricerche di Falzone incrociano le oscure trame di Cosa Nostra… Per fortuna ad aiutarlo ci saranno gli amici di sempre: il medico legale e seduttore impenitente Enzo Di Pasquale e l’immancabile Pietro Bertolazzi, dalla bestemmia facile ma dal grande cuore.
Senza di te è il terzo romanzo che l’autore dedica al duo investigativo Falzone e Bertolazzi, ma lo si può tranquillamente leggere in modo slegato dai precedenti. Quello che mi ha più colpito di questa lettura è il modo multiforme in cui procede la vicenda. Il libro inizia con toni malinconici, poi si trasforma in commedia con sfumature erotiche, senza perdere mai la sua identità di giallo. Il dramma, infatti, scorre sotto il testo come un fiume sotterraneo e si rivela appieno a mano a mano che si procede verso la conclusione, sfociando in un labirinto di falsi finali degno della migliore tradizione thriller. Il tutto, senza soluzione di continuità e soprattutto senza perdere tensione narrativa: le quasi trecento pagine scorrono fluide, catapultando il lettore su una montagna russa di emozioni contrastanti: l’amore fa posto all’odio, la vendetta cede il passo al perdono e all’allegria segue la tristezza. Come se non bastasse, gli stessi personaggi sono antitetici: tanto Falzone è riflessivo e triste quanto Bertolazzi è irruento e sgarbato.
Al thriller si intreccia anche il dramma familiare: attraverso le vicissitudini di Falzone, l’autore ci parla di una moltitudine di persone che ha visto il proprio sogno di idillio familiare trasformarsi in un incubo senza via d’uscita in seguito alla separazione.
Far stare tutto questo dentro i confini di un giallo non era un’impresa facile, ma vi posso assicurare che Ivo Tiberio Ginevra ci è riuscito.
La Sicilia non è semplicemente lo sfondo di questo romanzo, ma ne costituisce anche l’anima. Il pensiero corre inevitabilmente ad Andrea Camilleri e al suo Montalbano, ma le pagine di Ginevra sono diverse, più sanguigne, popolate da personaggi urlanti e spettinati, vibranti di vitale imperfezione.
La solarità siciliana, certo, ma lontana dal luogo comune perché temperata da una “blue note”, una nota malinconica che si fa sentire attraverso le pagine e che viene ben rappresentata nell’elegante copertina, ricavata da una bella foto in bianco e nero di Maurizio Pizzolorusso. Per capire davvero la scelta della copertina, però, dovrete aspettare fino all’ultima pagina…
Quando leggo, mi piace ascoltare un po’ di musica: penso che ne esalti il sapore, un po’ come fa il vino con il cibo. Per accompagnare la lettura di un giallo così particolare, vi propongo un ascolto altrettanto caratteristico, e soprattutto senza spostarci dalla Sicilia. È un disco di quasi vent’anni fa, che ho amato, dimenticato e recentemente riscoperto con rinnovata passione: Matri mia, della Banda Ionica. Roy Paci, in compagnia di una folta schiera di artisti (tra tutti ricordo Vinicio Capossela, ma ce ne sono molti altri di tutto rispetto) gioca con gli ottoni delle processioni religiose del Meridione per regalarci una musica antica e nuova al tempo stesso. Lo trovate qui.
Per concludere: se siete alla ricerca di un buon libro da portarvi sotto l’ombrellone, Senza di te è probabilmente il romanzo che fa per voi. Buona lettura!
Per acquistare il libro visitate il sito ufficiale.
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