Oggi al bancone del Thriller Café devo essere particolarmente onesta con voi: Sette piccole bugie, non è stata – per me – una buona lettura.

Dovete anche sapere però, che quando il Barman mi ha accolta qui a dare una mano nell’offrirvi libri e Prosecchi, mi sono ripromessa di scrivere solo delle storie che mi piacevano. È evidente quindi che mi trovo in un momento di impasse, che vi vado a spiegare con la speranza di aiutarvi a capire se questo libro può essere una buona lettura per voi oppure no.

La trama di Sette piccole bugie, è una storia “già sentita”. Un’amicizia al femminile morbosa in cui una delle due, in questo caso la nostra protagonista, fa di tutto per restare al centro dell’attenzione, fa di tutto per avere un ruolo speciale e prioritario nella vita dell’altra. Si sa però che essere amiche nell’infanzia è una cosa, esserlo nell’adolescenza o nella vita più adulta è un capitolo a parte. La vita di ognuno si arricchisce di comprimari e altri protagonisti: mariti, figli, colleghi e così via ed è per questo che l’amicizia è una relazione in costante cambiamento. L’amicizia è un equilibrio che muta e si riassesta ogni giorno. In tutto questo cambiamento, Jane, la protagonista del romanzo, farà letteralmente di tutto per restare al fianco della sua miglior amica, per essere l’unica.

In questo libro la storia è debole, ci sono tanti personaggi che vengono approfonditi e poi abbandonati e quando sono arrivata alla fine mi sono resa conto che anche l’espediente narrativo che mi aveva affascinata con quella meravigliosa seconda persona è usato per una soluzione che risulta molto forzata.

E quindi? Se la mia premessa è onesta, se su Thriller Café ho scelto di parlare solo di libri che consiglierei perché ve ne parlo nonostante le righe precedenti? La mia verità è questa: questo non è un bel libro, ma a me è piaciuto leggerlo. E a questo aggiungo che mi sono scolata 352 pagine in meno di ventiquattro ore. Vi è capitato mai qualcosa di simile?

Mi fa pensare all’ultimo bicchiere di birra artigianale della spina, dove c’è tanta schiuma, c’è il fondo del fusto. Tuttavia la musica nel bar è ancora forte e voi siete del mood giusto. Un buon barista non vi darebbe quel boccale, ma probabilmente se lo berrebbe per sé. Io questa birra me la sono bevuta, non ve la offrirei, ma la berrei di nuovo.

Rende la metafora?

😉

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Sette piccole bugie
  • Kay, Elizabeth (Autore)

Articolo protocollato da Elisa Contessotto

Digital Strategist e formatrice, soprattutto sono il Capitano della squadra di freccette Bardabulli. Bevo caffè, Prosecco e tequila (non sempre in quest’ordine) e nel tempo libero scrivo di fotografia e libri. Mi piacciono il Tetris, Alice Cooper e il frrr dei gatti.

Elisa Contessotto ha scritto 66 articoli: