Solomon Creed di Simon ToyneHarperCollins Italia pubblica Solomon Creed, il più recente romanzo di Simon Toyne che, dopo aver concluso la trilogia Sanctus, si è dedicato a questo nuovo progetto letterario che ha al suo centro un personaggio tanto enigmatico e misterioso quanto affascinante.
Pubblicato in lingua originale nel 2015, Solomon Creed arriva nelle nostre librerie con la traduzione di Giuliano Acunzoli.

Solomon Creed è un volume che interesserà gli amanti del thriller action, in particolare quelli che hanno già apprezzato personaggi quali Jack Reacher o Jason Bourne. L’albino senza memoria creato da Simon Toyne sembra infatti un incrocio fra questi due protagonisti e l’autore ha aggiunto a questo mix già efficace anche una buona dose di riferimenti religiosi e un pizzico di soprannaturale, che potrebbe giocare un ruolo maggiore con il procedere della trilogia.

Classe 1968, inglese, Simon Toyne è stato impiegato per una ventina d’anni in qualità di regista e sceneggiatore di televisione e cinema, prima di abbandonare gli incarichi e recarsi in Francia per completare il suo primo romanzo. Il suo debutto letterario avviene nel 2011 con Sanctus, romanzo iniziale di una trilogia che si è sviluppata con The Key (2012) e The Tower (2013). In seguito al successo del suo primo titolo, che è pubblicato in una quarantina di Paesi e tradotto in 27 lingue, Toyne può dedicarsi esclusivamente alla scrittura ed è ora alle prese con la nuova trilogia, iniziata con Solomon Creed e già arrivata al secondo volume con The Boy Who Saw.

Redemption, Arizona. Parte della popolazione si è radunata al vecchio cimitero, posto in cima a una collina, per dare gli ultimi omaggi a un loro concittadino che sta per essere seppellito. All’improvviso la cerimonia funebre è interrotta da un forte boato: un aereo è precipitato poco distante nel deserto e una colonna di fumo nero si innalza dal luogo del disastro.

Lo sceriffo Garth Morgan si dirige immediatamente sul luogo dell’incidente, salvo incontrare una strana figura che si allontana, scalza, proprio dal rogo dell’aereo. È un albino vestito con abiti di sartoria, sta correndo e tiene un libro in mano.

L’uomo non sembra avere memoria di nulla e solo un’etichetta presente sui vestiti gli dona un’identità: Solomon Creed. Quando lo sceriffo gli comunica il nome della cittadina però, Solomon sembra convincersi di essere arrivato lì con una missione da compiere e una persona da salvare, la stessa persona che sta per essere seppellita in cima alla collina.

Giunto alla sua seconda prova su una trilogia, Simon Toyne abbandona le tematiche cospirazioniste e apocalittiche di Sanctus per privilegiare un’ambientazione più chiusa e limitata, mantenendo però l’amore per l’azione e il mistero e creando un personaggio destinato ad affascinare i lettori nel corso dei tre volumi.

Scriviamo “destinato” perché, scegliendo di privare Solomon Creed della memoria, l’autore sceglie una strada in salita per la caratterizzazione psicologica del protagonista. Ne deriva che in questo iniziale Solomon Creed molti comprimari, distribuiti fra “buoni” e “cattivi”, hanno sul lettore un impatto psicologico migliore e più forte rispetto al titolare della serie.

Non si tratta tanto di un difetto quanto di una scelta narrativa: ci sarà tempo per fare sempre più conoscenza con il misterioso Creed e nel frattempo lo scrittore britannico ha potuto dedicarsi a dipingere una serie di scene dense d’azione e, a tratti, anche molto violente.

La trama presenta una serie di svolte che mantengono vivo l’interesse nei confronti del finale: un gruppo criminale ha perso qualcosa di estremamente importante in quell’incidente aereo e sulla cittadina convergeranno parecchi personaggi, male o bene intenzionati, che complicheranno il quadro della vicenda.

La storia è narrata con alternanza di punti di vista e secondo due linee cronologiche diverse: da un lato abbiamo il presente, con Solomon Creed che pian piano acquista definizione e sembra dotato di abilità e conoscenze di tutto rispetto, sulla falsariga di figure come Jason Bourne. Dall’altro canto c’è il contenuto del libro che lo stesso Solomon stringe fra le mani, un diario appartenente al fondatore della stessa città che rivela alcuni dei segreti di Redemption.

Oltre al pizzico di soprannaturale, mai amministrato in modo pesante o troppo intrusivo, troviamo vari riferimenti religiosi, a partire dal nome della cittadina passando anche per le iniziali del fondatore, tale reverendo Jack “King” Cassidy, iniziali che ricorrono anche altrove, in Jim Coronado, e che in inglese sono facilmente associabili a Jesus Christ.

Il tutto ci viene esposto con capitoli brevi redatti con stile incisivo: alcuni momenti di violenza potrebbero sembrare a più di un lettore come poco giustificati e inseriti più per provocare scalpore e sensazione che per una reale utilità nei confronti dello sviluppo, ma la valutazione rimane buona. Solomon Creed interesserà i lettori che amano il mix di azione e mistero nel quale viene posto l’accento sugli intrecci di trama, a parziale discapito dello sviluppo psicologico. Intrigati e affascinati dalle premesse, ci aspettiamo che nei prossimi due volumi il protagonista finisca con l’acquistare tutta la tridimensionalità necessaria a farne un personaggio davvero memorabile.

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