Sorelle. Una storia di Sara inizia con una donna rapita che si risveglia e non sa cosa possa esserle successo. Si tratta di Teresa Pandolfi, detta Bionda, l’ancor bella e appariscente dirigente dell’Unità Intercettazioni 1 dei Servizi Segreti. La donna è stata rapita durante il suo jogging mattutino perché, a detta di qualcuno a cui lei ha pestato i piedi, questa volta l’ha combinata grossa, ha esagerato e la deve pagare. Anche con la vita. Prima, però, di “toglierla di mezzo” occorrerà essere certi che la donna non abbia una cosiddetta “assicurazione” cioè non abbia conservato documenti compromettenti e pericolosi che incastrerebbero qualche potente delle alte sfere. Chi l’ha rapita è anche consapevole che Teresa non ha legami familiari e vive da sola per cui difficilmente qualcuno ne denuncerà la scomparsa. Ma Teresa ha una “sorella”, non di sangue ma di vita, che attenta a tutti i segnali che il proprio corpo le dà sia come pensieri ricorrenti, sia come sogni, continua a domandarsi come mai è ossessionata dal ricordo di una frase Che ti metti? È Sara, la nostra Sara, la nostra Mora. Il pensiero ricorrente di quella domanda la sta angosciando da giorni e lei continua a chiedersi perché le sia così familiare e perché non riesca a fare a meno di indagare nei suoi ricordi al fine di localizzarla nel tempo e nello spazio. E ora ricorda, ricorda benissimo: l’episodio, la situazione, quel passato così lontano e Bionda. Certi legami, certe sorellanze, certe condivisioni di emozioni rimangono e permangono sempre nonostante il tempo che passa, la lontananza, le scelte diverse e gli inciampi della vita. Così Sara, convinta che la sua Teresa sia in pericolo, inizierà una corsa contro il tempo (in collaborazione con la sua famiglia allargata: la nuora Viola, l’ispettore Pardo e l’ex agente cieco Andrea Catapano) per ritrovare l’amica prima che sia troppo tardi. Ben presto la “squadra” intuirà che l’indagine dovrà essere, però, soprattutto rivolta a scandagliare lo scrigno dei ricordi che sembrano insignificanti e invece potrebbero essere importanti e fare la differenza…
Torna Maurizio de Giovanni con il suo personaggio di carta molto amato dal pubblico, ovvero la ex poliziotta Sara Morozzi, nel romanzo intitolato Sorelle.
Amo tutti i personaggi di Maurizio ma Sara è, senza dubbio, quella che prediligo. Questo, forse, perché il grande Maestro ce l’ha fatta conoscere piano piano per cui non è stato possibile non empatizzare con lei, distrutta da lutti e tragedie è quasi una di noi. Fa un lavoro fuori dal comune, ma la sua forza e la sua determinazione ci fanno comprendere come ogni “età della vita” abbia la sua bellezza e i suoi pregi.
“Mora” (soprannome che le è stato dato nei Servizi) è passata da essere la donna invisibile che riusciva a mimetizzarsi fra la gente come e meglio di un camaleonte, con la dote di saper leggere le labbra e il linguaggio del corpo, a oggi: anonima nonna struccata e dai capelli grigi, fuori dai giochi ma pronta a fare la “sua parte” per salvare l’amica.
La vicenda noir non comune ma intrigante ed estremamente emozionante si snoda tra le indagini sullo smaltimento dei rifiuti tossici, le spire della malavita organizzata e la corsa contro il tempo per scoprire, prima che sia troppo tardi, chi ha rapito Teresa e dove possa essere stata segregata.
La scrittura precisa, fluida e garbata dell’autore impreziosisce un romanzo che conquista per grande raffinatezza e potenza narrativa.
Emozione allo stato puro… Grande Maestro!
Niente si potrebbe dire sulla prolifica ed eclettica produzione letteraria del Maestro partenopeo Maurizio De Giovanni (classe 1958) che già non sia saputo e risaputo da tutti. Mi limito quindi, a segnalare che, nel 2006, ha inizio la serie ambientata negli anni ‘30, a metà tra il noir e il paranormale, che ha come protagonista principale il Commissario Ricciardi. Dal 2013 prende l’avvio, invece, la serie de I Bastardi di Pizzofalcone; seguirà dal 2018 quella di Sara ed infine dal 2019 Mina Settembre.
Perdonatemi una digressione personale non tanto sui personaggi in generale quanto sulle donne uscite dalla brillante penna di de Giovanni che dimostra di essere più femminista delle femministe. Tutte, a parer mio, persone più che personaggi che non sgomitano per imporsi ma emergono per la loro umanità, profondità e determinazione. Nessuna ha niente da invidiare agli uomini: né Enrica, né Livia e tantomeno tata Rosa, né Ottavia, né Alex o tantomeno Elsa, e né di certo Mina. Sara, forse, è il “personaggio” più completo di tutte sia per il mestiere che ha fatto sia per le scelte di vita e, a mio parere, ancora di più per come riesce a coniugare naturalmente la sua forza con un’anima gentile, con un cuore grande.
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Articolo protocollato da Luisa Ferrero
Libri della serie "Sara Morozzi"
Sorelle – Maurizio de Giovanni
Sorelle. Una storia di Sara inizia con una donna rapita che si risveglia e non sa cosa possa esserle successo. Si tratta di Teresa Pandolfi, detta Bionda, l’ancor bella e appariscente dirigente dell’Unità Intercettazioni 1 dei […]
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