Patricia Cornwell è nota ai lettori di gialli e thriller soprattutto per la sua invenzione del personaggio di Kay Scarpetta, protagonista di ventiquattro suoi romanzi, che fa il suo esordio con “Postmortem” (1990), pubblicato in Italia nel 1994.
In particolare negli Stati Uniti, l’impatto di “Postmortem” è dirompente al punto da portare il romanzo a guadagnare la vittoria, nello stesso anno, di ben sette premi letterari di genere, tra cui l’Edgard Award e l’Antony Award. Si tratta di un record davvero notevole, e tuttora ineguagliato.
L’idea di base è quella di rendere protagonista e investigatore non un poliziotto, o un detective privato, ma una dottoressa e, possiamo dire, una scienziata: Kay Scarpetta, per l’appunto. A ben guardare, si può intendere tale impostazione anche come una prosecuzione, fortemente modernizzata, della linea tracciata, a inizio Novecento, dai romanzi di R. Austin Freeman, che avevano per protagonista il medico legale Dr. John Thorndyke (a cominciare da “L’impronta scarlatta”, datato 1907).
In tempi più recenti, non si fatica a intravvedere lo stesso spirito anche sul piccolo schermo, con serie di enorme successo come CSI, serie TV che dal 2000 al 2015 ha tenuto incollati ai teleschermi milioni di spettatori in tutto il mondo, che si appassionavano alle indagini di un reparto di polizia scientifica.
Negli ultimi anni, si potrebbe dire che Patricia Cornwell ha deciso di portare nuova linfa alla propria intuizione, avvicinando ancora una volta, in un’altra chiave, thriller, giallo e scienza. Così la scrittrice ha dato il via a una nuova serie di romanzi, che hanno per protagonista Calli Chase: investigatrice della NASA e aspirante astronauta.
Il capitano Chase fa la sua comparsa per la prima volta in “Quantum”, nel 2019, insieme alla sorella gemella Carme, che ne rappresenta, a livello caratteriale, una sorta di immagine speculare. Mondadori ha da poco pubblicato in Italia il secondo romanzo della serie: “Spin”, in cui ritroviamo le gemelle Chase alle prese con un nuovo intrigo di portata mondiale.
La narrazione rende omaggio alla tradizione thriller e spionaggio, con un’attenzione alla dotazione tecnologica dei protagonisti che risveglia il ricordo di Ian Fleming e del suo James Bond. “Spin” però, così come “Quantum”, è pervaso anche da un’atmosfera tutta propria, molto originale. Talvolta, presi dall’imprevedibilità della vicenda e da un ritmo che spesso si fa febbrile, fatichiamo a capire su cosa concentrarci, per trovare il bandolo dell’intricata matassa.
Ed è proprio questo forse, più di ogni altra cosa, ad avvicinarci tanto alle riflessioni quanto alle emozioni della protagonista. Calli si ritrova, fin dalle prime pagine, nel bel mezzo di una crisi: il lancio di un razzo della NASA è appena fallito. Poco dopo, tornando a casa, rischia di essere vittima di un agguato ed è la gemella Carme a salvarla.
Ma è soltanto l’inizio. I colpi di scena si susseguono e, anche se sembra chiaro fin dalle prime pagine che dietro a tutto c’è la diabolica astuzia della miliardaria Neva Rong, molto attiva nel settore high-tech e che non si fa scrupolo di servirsi di tutto e di tutti per realizzare i propri cinici scopi.
Resta nella memoria, dopo la lettura, oltre alla sorprendente e dinamica sequenza finale, anche il rapporto che la protagonista stringe con Lex, giovanissimo ma già coinvolto nei progetti della NASA data la sua intelligenza fuori dal comune. Proprio nelle pagine in cui Calli Chase si sforza di comprendere e di aiutare un ragazzo catturato da un gioco ben più grande di lui e che finisce, in un certo senso, per essere vittima delle proprie capacità. Forse è infatti in questi dialoghi in chiaroscuro che osserviamo, più viva che in ogni altro passaggio, quella scintilla di originalità che sostiene la narrazione, allontanandola da ogni cliché.
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Articolo protocollato da Damiano Verda
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