Prima di darsi alla scrittura Matthew Dunn è stato un ufficiale sul campo dell’MI6, l’Intelligence Inglese; poi ha deciso che mettere su carta gli intrighi era meglio che scriverli, ed è venuto fuori il suo primo romanzo, Spykiller, che in Italia esce per Longanesi.
Al di là delle informazioni che si possono reperire sul sito dell’editore, che offre alcune prime note biografiche relative a Dunn, per chi legge l’inglese segnalo anche un’interessante articolo sul Telegraph, che consente di farsi un’idea un po’ più approfondita di cosa facesse quando lavorava nei SIS e di cosa parli il libro; relativamente a quest’ultimo, la trama in sintesi è qui a seguire:
Will Cochrane è un agente dell’MI6 che nessuno all’interno del servizio conosce, tranne il suo referente. Will è semplicemente l’agente segreto più letale del mondo. È un uomo tormentato: orfano di entrambi i genitori, ha visto morire la madre davanti ai suoi occhi quando era poco più che adolescente. Non è soltanto una macchina da guerra: è addestrato a valutare e sfruttare le persone. E deve dare la caccia a un pericolosissimo terrorista iraniano, in un gioco mortale nel quale la fiducia è un bene raro e prezioso, il tradimento è a buon mercato e il prezzo da pagare per chi sbaglia è la vita.
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