Stella di mare, o meglio Stella Maris, è la scritta tatuata sul corpo di una bellissima ragazza trovata morta e sfigurata sulla spiaggia di Giorgino. Si tratta di Maristella, una diciasettenne, desiderata dagli uomini e odiata dalle donne. E lei, consapevole della sua bellezza, un po’ provoca e un po’ stuzzica, ma senz’altro domina.
Siamo a Sant’Elia, un quartiere popolare di Cagliari, dove il degrado sociale, la corruzione e la connivenza con le bande malavitose sembrano non dare scampo ai suoi residenti che, quasi come su un piano inclinato, si trovano sulla traiettoria di un treno senza fermate, senza possibilità di scampo e, forse, anche di redenzione.
Coinvolto nuovamente il SIS, nucleo speciale chiamato a indagare su casi particolarmente complicati, e toccherà alle ispettrici Mara Rais ed Eva Croce fare i conti con questo brutale omicidio e con l’omertà del contesto familiare e/o sociale. Le due coadiuvate da Clara Pontecorvo (distaccata momentaneamente in Sardegna per ricevere dalle due colleghe ispettrici il giusto addestramento per entrare a far parte del SIS) si renderanno ben presto conto che «È una brutta faccenda. L’omicidio in sé sembra un delitto d’odio, ma è il contesto da cui proviene la ragazza che rende tutto più complesso e indecifrabile.»
Il vicequestore Vito Strega è a Milano alle prese con i fantasmi del suo passato che, con la voce di un “coro di innocenti”, ritorna periodicamente a fargli visita costringendolo a ricorrere alle sedute dello psichiatra che lo segue da quando aveva otto anni e agli psicofarmaci. È un brutto momento per Strega perché, dovendo coadiuvare le colleghe, è terrorizzato dal fatto che le due, astute come nessun altro, percepiscano in lui qualcosa di strano, smascherandolo nell’intimo. Ma era anche un professionista, sempre alla ricerca della giustizia e sapeva che quando si gettava a capofitto nel lavoro «le voci si affievolivano. E più il coinvolgimento tra lui e la vittima era profondo, più quel coro straziante si attenuava, quasi che le voci percepissero la responsabilità che incombeva su di lui e ne avessero rispetto.»
Il simpatico e scanzonato ispettore Bepi Pavan è, invece, prossimo al ritiro in una clinica specializzata in dimagrimenti.
Le indagini porteranno Rais e Croce a fare i conti con il fidanzato di Stella che è a capo del traffico di stupefacenti e con la famiglia della ragazza dove, forse, si salva solo la nonna…
«… non bisogna mai farsi prendere dalla fretta ma analizzare per bene tutte le geometrie famigliari, solo che in questo caso sembra di giocare a shanghai da quanto sono incasinati i loro rapporti.»
Piergiorgio Pulixi, gran curatore di dettagli, ci consegna in tutti i suoi romanzi delle ambientazioni straordinarie. Qui siamo nel quartiere cagliaritano di Sant’Elia dove il contesto sociale sembra predestinare i suoi abitanti. Solo qualcuno riesce a scappare via e a trovare un riscatto altrove ed è proprio quello che voleva fare la bella Stella.
Tutti i personaggi sono, come sempre, splendidamente caratterizzati sia quelli che rappresentano la serialità, sia quelli propri della vicenda.
È una narrazione anomala quella di Stella di mare perché le indagini, sull’omicidio della giovane, sono svolte per circa due terzi dal gruppo di sole donne: Rais, Croce e Pontecorvo. Quest’ultima, nuovo acquisto del SIS, va a completare una squadra che, se da un lato è “sopra le righe”, dall’altro presenta acume e perspicacia non comuni, ma anche un’empatia e un’umanità palpabile.
«Pontecorvo non era soltanto una poliziotta determinata e caparbia, ma una persona perbene, che si prendeva a cuore i casi e non si dava pace finché le vittime non ricevevano un minimo di giustizia. Quella sua dedizione era proprio ciò di cui la squadra aveva bisogno.»
Poi, però, l’arrivo del mitico vicequestore darà una svolta inaspettata alla vicenda fino all’epilogo che sarà un vero e proprio colpo al cuore.
Il messaggio sotteso a tutta la narrazione è quello esplicitato nella sinossi: certi luoghi sono maledetti. E le persone che ci abitano condannate a un destino che non meritano.
Sarà poi così? L’unica via di scampo, è fuggire o è possibile cambiare ciò che sembra ineluttabile?
La scrittura di Pulixi è viva, brillante e contemporanea anche grazie all’uso di un pot-pourri di dialetti (veneto, toscano, sardo e napoletano).
I cambi di scena repentini, quasi a schiaffo, danno la giusta suspense e ci permettono di avere il controllo della situazione a 360 gradi.
In conclusione, anche con questo noir dalla trama cruda, Pulixi, da vero fuoriclasse, ci permette di fare un vero e proprio “viaggio” emozionale e immersivo.
Consigliatissimo.
Piergiorgio Pulixi (Cagliari, 1982) fa parte del collettivo di scrittura Sabot creato da Massimo Carlotto, di cui è allievo.
È autore della saga poliziesca di Biagio Mazzeo iniziata col noir Una brutta storia (Edizioni E/O, 2012). Nel 2015 ha dato alle stampe Il Canto degli innocenti (Edizioni E/O) primo libro della serie I canti del male, vincitore del Premio Franco Fedeli 2015 e altri. Nel 2021 pubblica il thriller Un colpo al cuore edito da Rizzoli dove le ispettrici Rais e Croce de L’isola delle anime incontrano il criminologo Vito Strega, protagonista de I canti del male.
Il trio Strega, Rais e Croce si consolida con La settima luna (Rizzoli, 2022) e ora con Stella di mare (Rizzoli, 5 settembre 2023). Non possiamo esimerci dal ricordare che Piergiorgio Pulixi si è cimentato anche con il genere cosy crime pubblicando La libreria dei gatti neri (Marsilio, 2023).
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Articolo protocollato da Luisa Ferrero
Libri della serie "I canti del male"
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