Dopo qualche giorno di chiusura, oggi, clienti miei, vi porto in Svezia, in un locale che si chiama Studio Sex (sì, è quel tipo di locale a cui state pensando, ma state composti e non vi lasciate andare troppo, mi raccomando)…
Titolo: Studio Sex
Autore: Liza Marklund
Editore: Mondadori
Anno di pubblicazione: 2002
ISBN: 88-04449978-8
Pagine: 356
Prezzo: € 8,80 (remainders)
Trama in sintesi:
“Pronto? In Kronobergsparken c’è una ragazza morta”. A prendere la telefonata è Annika Bengtzon, giornalista della “Stampa della Sera” assunta a tempo determinato per una sostituzione. Dando prova di spiccata intelligenza, Annika si dedica con passione a questo caso, che costituisce la sua prima vera occasione. Il delitto sembra avere una matrice politica e lo scandalo getta la campagna elettorale in corso nella bufera, insieme ai sogni di gloria della giovane giornalista che si era lanciata su una pista diversa. Ma Annika è disposta a tutto pur di scoprire la verità.
(Dalla scheda su IBS)
Scritto dopo Delitto a Stoccolma, il romanzo che ha segnato il fortunato esordio di Liza Marklund nel mondo del thriller, Studio Sex vede di nuovo in scena Annika Bengtzon, alle prese con delle vicende accadute qualche anno prima. La giornalista, qui appena assunta dalla “Stampa della sera”, si trova a occuparsi del suo primo caso: l’omicidio di una giovane spogliarellista in cui addirittura resta invischiato un ministro.
Onestamente, dalla frase in quarta di copertina in cui si legge “un thriller ad alta tensione” e dal titolo ammiccante (che penso comunque servirà almeno a portare al Thriller Cafè qualche visita imprevista di gente che cercava chissà cosa su google) mi ero fatto un’idea totalmente diversa del libro. Mi aspettavo una corsa lanciata tra locali a luci rosse e clienti perversi, mentre invece siamo più sulla camminata post cena con una sbirciata poco convinta alle donnine dall’altra parte della strada. Ritmo flemmatico per sciogliere una matassa il cui bandolo sembra essere stato trovato già dopo pochi capitoli, anche se poi salta fuori una sottotrama da thriller politico che confonde un po’ le acque, e un finale con rivelazione che al contrario è tanto serrato che quasi stride col resto: dopo tanto procedural spruzzato di thriller psicologico l’azione giunge inaspettata e sembra forse fuori luogo, aggiunta a tavolino ma non perfettamente figlia della storia; e allo stesso modo il colpo di scena che ribalta le convinzioni del lettore non convince molto, semplicemente perché guardando indietro non troviamo nelle pagine indizi che lo giustifichino del tutto.
Peccato, avrebbe potuto essere un libro migliore: la scrittura è sbarazzina e il background (conoscenza del mondo del giornalismo, e soprattutto della complicata burocrazia) è solido, ma la trama zoppica in qualche punto e la suspense manca quasi del tutto. A mio parere, in giro da leggere si può trovare di meglio.
Be’, immagino che siete rimasti delusi, chissà che vi aspettavate, eh? Brutti maniaci! Andate a casa, fatevi una doccia fredda (o quello che vi pare) e fatevi passare le scalmane, ché qui al Thriller Cafè si regalano brividi, mica orgasmi!
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