Appena edito da HarperCollins Italia, vi recensiamo oggi Tagli, nuovo romanzo di Karin Slaughter.
A Heartsdale, trovarsi con gli amici al campo di pattinaggio il sabato sera è una tradizione di vecchia data e anche Sara Linton, che in quella piccola cittadina del Sud è cresciuta e in cui svolge la doppia funzione di pediatra e medico legale, è lì per trascorrere qualche piacevole ora di svago insieme a Jeffrey Tolliver, suo ex marito e capo della polizia locale. Ma quando, nel parcheggio, quella che sembra una lite tra coetanei sfocia in una sparatoria in cui una ragazzina perde la vita, Sara si ritrova coinvolta suo malgrado in una terribile tragedia: l’autopsia rivelerà una verità inquietante che sarà difficile scoprire attraverso il muro di omertà che viene alzato dagli amici della vittima.
Karin Slaughter è tra le più amate firme del crime internazionale e tradotta in 37 lingue, autrice di serie come quella dedicata a Grant County e Will Trent, nonché di fortunati stand alone.
Un po’ come Kathy Reichs o Patricia Cornwell, la Slaughter crea un piccolo universo con punti di riferimento luoghi e personaggi ricorrenti, atmosfere riconoscibili per il lettore affezionato: questo è sia il limite che la forza di questo tipo di autrici perché se da un lato – sopratutto se si è lettori compulsivi – ci si confronta con uno certo conformismo nella costruzione delle vicende, dall’altro è rassicurante ritrovare i protagonisti a cui ci si è affezionati, vedere l’evoluzione delle loro vicende personali, delle loro relazioni, ritrovare le atmosfere della provincia americana e – in questo caso – un certo old style conservatore che, se lo si vive da (molto) lontano, ha un certo fascino.
C’è molto mestiere nella stesura di Tagli: l’autrice semina dettagli, false piste, elementi a forte impatto visivo, e la scelta di usare come protagonista una pediatra che funge anche da medico legale è molto strategica, permettendo alla Slaughter di alternare i tratti retorici della pediatra di provincia alla crudezza del lavoro di anatomopatologo.
La trama è piuttosto bilanciata, e come nel precedente romanzo punta più sul generale effetto shock che sullo svelamento del colpevole: questo è un limite del romanzo che non è in realtà un limite del romanzo. Tagli è stato scritto dalla Slaughter nel 2002, e l’impatto delle tematiche trattate sui lettori era probabilmente molto più forte: si tratta di una vicenda che parla di adolescenti, con risvolti sia sessuali che di violenza fisica e psicologica disturbanti, ma cinema, serie TV, cronache quotidiane hanno alzato moltissimo la soglia di assuefazione alla violenza. Per un romanzo dove il valore aggiunto è fortemente legato alla percezione della vicenda, alla morale e ai valori sociali, il mutare del contesto muta anche la forza del racconto, e per il lettore più smaliziato c’è un senso di deja vu piuttosto ricorrente e la consapevolezza che il romanzo – come spesso accade ad autori mainstream – si spinge fino al livello accettabile per il grande pubblico .
La relazione tra i due protagonisti lascia un po’ perplessi e con la voglia di dare una scrollata a due adulti che, visti con gli occhi del lettore del 2018, sembrano due adolescenti gravati da un eccesso di paturnie: ma fortunatamente, non appena queste cominciano a prendere troppo piede, arriva un dettaglio truculento a riportare il romanzo sulla retta via.
Tagli non è un romanzo che lascia il segno, ma è perfetto ora che il periodo estivo chiede letture meno impegnative, scritto con linearità e godibile nella scrittura piuttosto semplice : se non si conosce Karin Slaughter sarebbe forse opportuno iniziare con il precedente La morte è cieca, del quale ha superato alcuni limiti. Consigliato sotto l’ombrellone.
Ti è piaciuto l'articolo? Iscriviti alla newsletter
Inserisci la tua email e riceverai comodamente tutti i nostri aggiornamenti con le novità, le anticipazioni e molto altro.