
L’ispettore capo della polizia metropolitana di Londra, Erika Foster, si è appena trasferita nella sua nuova residenza: la casa più brutta nella via più bella, come la definisce lei con amara ironia.
Attratta da urla disperate, si avvicina a un condominio vicino casa. Scopre che a urlare è Tess perché ha appena trovato il corpo brutalmente trucidato della sorella Vicky. Tess riferisce a Erika che Vicky, attrice mancata, si occupava di gestire un podcast.
Gli abitanti del condominio sono tutti un po’ strani, ma l’ispettrice è soprattutto insospettita da un certo Charles Wakefield che tenta di svignarsela da casa nascondendo un sacchetto. Contiene i corpi congelati di due gatti. Quale mistero nasconde Charles?
«Si tratta di un podcast true crime?, pensò Erika. E perché Tess non me l’ha detto?
C’erano quindici episodi, ognuno riguardante un crimine o una serie di crimini ancora irrisolti: incendi dolosi, vandalismo, truffe. Ma fu uno in particolare a catturare subito l’attenzione di Erika. Ogni muscolo del suo corpo si bloccò. Nella sua testa balenò l’immagine di Charles Wakefield. Il titolo era: Il mistero del gatticida di Croydon.»
Charles viene arrestato per aggressione a pubblico ufficiale ma, stranamente, l’indomani mattina viene rilasciato e torna libero come “uccel di bosco”.
«Un atto di nepotismo, c’è bisogno di spiegarlo?», ribatté Erika. «Ho saputo ora che il fratello di Charles è un pezzo grosso della polizia. Immagino che Julian Wakefield abbia mosso le sue conoscenze per fargliela passare liscia anche se ha aggredito un agente di polizia».
Ritornata a casa, Erika trascorre la prima notte come fosse in galera, per mancanza di un letto e del riscaldamento. La casa è davvero fatiscente e necessita, al più presto, di riparazioni sostanziali.
Ma la mattina dopo, i suoi pensieri devono concentrarsi sull’omicidio e qui saliamo insieme a lei su una giostra incredibile.
Non posso raccontarvi altro perché qualsiasi accenno alla trama rovinerebbe la sorpresa e spezzerebbe la tensione creata ad arte pagina dopo pagina.
Bryndza ha la capacità di farci immergere nelle sue storie “con tutte le scarpe” e, anche in “Testimonianza fatale” non fa eccezione infatti, uno spesso strato di gelo ci avvolge mentre ci addentriamo nel racconto che diventa sempre più teso. E noi tifiamo per Erika e la sua squadra…
L’autore è maestro nel costruire pensieri e descrivere ambienti con una raffinatezza speciale.
I personaggi sono tutti tridimensionali ma certo, tra di loro, spicca la protagonista. Di lei, ormai, conosciamo tutto: il rapporto conflittuale con la sorella Lenka che pretende di controllare la sua vita come se fosse ancora un’adolescente; il suo ex James Peterson con cui ha avuto una breve e tormentata relazione e che ora lei fa di tutto per non incontrare più; la sua caparbietà e determinazione; la sua dedizione al lavoro…
Suspense e colpi di scena non mancano di certo e Robert Bryndza riesce a sorprendere sempre, dalla prima all’ultima pagina.
Lo stile è veloce, dinamico e fluido e, in un battibaleno, si giunge al termine dove un finale inaspettato sconvolgerà tutte le supposizioni che i lettori si sono fatti.
Ottima lettura.
Consigliato.
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- Bryndza, Robert(Autore)
Articolo protocollato da Luisa Ferrero
Libri della serie "Erika Foster"

Testimonianza fatale – Robert Bryndza
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